Ancona, record di pensioni basse: è allarme anziani, in tanti vivono con 460 euro al mese

Ancona, record di pensioni basse: è allarme anziani, in tanti vivono con 460 euro al mese
di Emanuele Garofalo
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Luglio 2014, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 13:47
ANCONA - Ancona capitale delle pensioni minime, il 15% degli anconetani vive con 460 euro al mese. Nessuna citt in Italia ha un numero pi alto di pensionati e un assegno cos basso.

È la fotografia che emerge dall'analisi dei dati Inps compiuta dal Sole 24 Ore, mettendo a confronto 105 capoluoghi di provincia.



Il capoluogo marchigiano detiene il primato per il numero di pensioni di vecchiaia rispetto al totale della popolazione, il 15,5% degli anconetani, ma vanta anche il record negativo per le pensioni più basse d'Italia: 466,3 euro al mese, 200 euro in meno rispetto alla media nazionale. Quindi, quasi un anconetano ogni sette vive della pensione di vecchiaia, l'assegno che da quest'anno si ottiene con 64 anni e 9 mesi di età e 20 anni di contributi dopo le ultime riforme.



Ancona si attesa così in cima alla classifica dei capoluoghi, davanti a Imperia (con il 13,3% dei pensionati e 603,3 euro di media) e Trieste (12,5% e 651 euro). Bisogna scorrere l'elenco fino alla posizione 45 per trovare la seconda delle marchigiane, Macerata, con il 9,6% delle pensioni di vecchiaia e 615,8 euro di media. La situazione migliora guardando alla classifica per pensioni di anzianità, dove Ancona è alla posizione 36 con l'8,5% di pensionati rispetto alla popolazione e un assegno mediamente di 1.405 euro, comunque sotto la media nazionale di 1.543,9 euro.



Una fotografia confermata e definita «preoccupante» dalla Spi-Cgil. «La situazione è difficile in particolare per i pensionati soli o non autosufficienti» commenta Anacleto Giuliani, segretario Spi-Cgil. «La popolazione invecchia, le donne hanno un'aspettativa di vita più lunga, ma le lavoratrici sono anche quelle che percepiscono le pensioni più basse, soprattutto quelle che vengono dal settore dell'agricoltura» spiega Giuliani, tracciando un identikit tipo. «La città si deve attrezzare per l'assistenza domiciliare o in case di cura per rispondere a queste esigenze» conclude Giuliani, mentre la Spi Cgil da settembre attiverà uno sportello di informazione per le famiglie con anziani non autosufficienti.