Assofondipensione 2024: +4 mln di iscritti ma mancano i giovani

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Martedì 23 Aprile 2024, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 17:00

Assemblea Assofondipensione 2024: maggiori investimenti nei fondi pensione negoziali per sostenere economia reale del Paese, allargamento ai giovani, voto ESG in 100 società quotate

Il tempo scarseggia e bisogna agire subito: queste le evidenze contestuali riportate stamane da Giovanni Maggi, Presidente di Assofondipensione, in apertura dell’Assemblea 2024 che come anticipato dal titolo – La previdenza complementare e le sfide del futuro: tra “l’inverno demografico” e le nuove frontiere digitali – ha dato rilevanza agli aspetti critici relativi all’allarme lanciato dal Centro italiano di statistica secondo cui il numero degli over 65 ha superato il numero di chi ha meno di 25 anni, con conseguente evidenza/urgenza che «i giovani non si iscrivono alla previdenza complementare», ribadito a chiare lettere dal Presidente e sostenuto anche in altri interventi. Tra tutti, quello del Segretario CGIL Landini per cui «bisognerebbe superare il livello di precarietà per costruire futuro e sostenere la previdenza».

Ad oggi sono oltre 4 milioni di lavoratori iscritti a 32 fondi pensione negoziali a fine 2023, con un risparmio accumulato destinato alle future prestazioni previdenziali superiore a 67 miliardi di euro: è la categoria di fondi pensione più rilevante sia dal punto di vista delle posizioni in essere, sia dal punto di vista patrimoniale. Quasi il 40% dispone di una posizione di previdenza complementare e tra questi il 48% ha scelto un fondo pensione negoziale. La previdenza complementare italiana raccoglie un patrimonio che a fine 2023 aveva un valore di 223 miliardi di euro e i fondi pensione negoziali rappresentano la quota più rilevante tra le diverse forme previdenziali, gestendo il 30,5% del totale. Nel corso del 2023 la previdenza complementare ha raccolto 14,6 miliardi di euro (senza considerare i fondi pensione preesistenti), di cui il 44% i soli fondi pensione negoziali. La struttura dei costi risulta particolarmente competitiva in confronto alle altre forme pensionistiche complementari, così come evidenziato dall’indagine annuale della Covip: l’insieme dei comparti “Bilanciati” vede un costo annuo pari a 0,38% per i fondi pensione negoziali rispetto a 1,45% dei fondi pensione aperti e a 2,13% dei piani individuali pensionistici.

I dati sembrano dunque esprimere «una funzione rinnovata della previdenza», concetto espresso anche nell’intervento della Presidente COVIP Francesca Balzani che, puntando sui giovani, ha proposto «un meccanismo di agevolazione all’accesso, un bonus che spinga in entrata i giovani ad accedere al sistema previdenziale complementare» al fine di avvicinare fasce generazionali ora distanti e non consapevoli.

Analizzato anche il bilancio del Progetto Economia Reale che Assofondipensione, in collaborazione pubblico-privata tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e fondi negoziali, ha promosso in questi anni a sostegno dell’economia del paese:  «Con il fondo Private Equity Italia (FOF PEI), con il fondo di private debt (FOF PDI) e con il FOF Infrastrutture – ha detto Giovanni Maggi – la nostra Associazione con CDP è riuscita ad attivare risorse finora pari a circa 1,15 miliardi di euro, dando un contributo rilevante al Paese.

I dati a disposizione mostrano che il Progetto Economia Reale sta creando valore anche per i lavoratori iscritti ai fondi pensione. Al 30 giugno 2023 il FOF PEI registra un valore totale dell’investimento in rapporto al capitale investito maggiore di uno: pertanto il valore del Fondo (valutato al Fair Value) è già superiore al capitale richiamato. Il tasso di rendimento interno (IRR) risulta soddisfacente (4,5). Ora occorre lavorare, ha sostenuto il Presidente di Assofondipensione, per fare crescere ancora i fondi di fondi già operativi anche in nuovi settori da coinvolgere, affrontando in il tema del progressivo invecchiamento della popolazione e la frontiera della silver economy».

Lo scenario è dominato inoltre dall’impatto dell’AI sui sistemi produttivi e di lavoro e dal tema urgente della sostenibilità ambientale per cui l’Associazione è molto sensibile: «L’obiettivo – ha affermato Maggi – è votare nel 2024 in circa 100 società quotate europee, contribuendo al miglioramento della loro governance nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) e secondo linee guida discusse e condivise nel contesto dell’Associazione».

Dall’assemblea è stato rinnovato l’invito alle istituzioni di incentivare l’investimento dei fondi pensione in attività private italiane attraverso la rimodulazione della fiscalità di vantaggio concepita per i PIR e poi estesa agli investitori previdenziali, che permetterebbe di non sottoporre a tassazione i rendimenti degli investimenti effettuati in imprese italiane.

Il ruolo dei fondi pensione negoziali come strumenti di «democrazia economica» è stato sottolineato in conclusione dal vicepresidente di Assofondipensione Ignazio Ganga: «I fondi pensione italiani sono un’esperienza molto positiva, come dimostrano i risultati ottenuti nel corso degli anni. Superando momenti molto difficili per il mercato finanziario, hanno dimostrato la capacità di creare valore di lungo periodo. Si sono dimostrati efficienti, poiché danno agli iscritti buoni risultati con costi bassi. Assofondipensione chiede al Governo di impegnarsi di più per sostenere lo sviluppo della previdenza complementare».

Lucia Medri

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