Com’è cambiato il Partito Democratico di Terracina dal 2011 a oggi? “Sicuramente ha avuto la capacità di rinnovarsi nello spirito, di raggiungere la maturità seppur con una classe dirigente giovane- ci dice il candidato Di Tommaso- Sono molto contento del percorso che ci ha portati fino a oggi, veramente dalla A di Attanasio alla Z di Zappone siamo tutti parte di una stessa partita”. “Soprattutto- ci tiene a sottolineare- oggi il Partito Democratico ha superato qualsiasi tipo di divisione per quanto riguarda la provenienza di ciascuno di noi, c’è una convergenza totale sull’obiettivo da raggiungere”. Nel 2011 non era così? “Non eravamo pronti”.
Secondo lei quale è stato l’errore principale commesso dalla precedente amministrazione che lei, da sindaco, non farebbe mai? “Il sindaco Procaccini non ha rappresentato la vera discontinuità rispetto al centro destra del passato, e anche adesso non lo sta facendo. La sua è stata un’amministrazione bloccata, non è avvenuta quella rivoluzione tanto annunciata. E questo perché è mancata una visione d’insieme della città”.
Cosa manca soprattutto alla città oggi? “Innanzitutto Terracina e i terracinesi hanno perso il senso di essere una comunità, ci si divide in bande di tifosi- dice Alessandro Di Tommaso- Sul lato delle infrastrutture è indietro su tutto, sulle scuole, sugli impianti sportivi, sulla viabilità. Negli anni la città si è sviluppata senza avere chiaro un punto di riferimento. Basti dire che manca un vero polo di interscambio tra le varie zone”.
Due battute su mercato settimanale, gestione dei rifiuti e Azienda Speciale. “Se andremo a governare sposteremo il mercato del giovedì dall’attuale location dopo aver individuato un’area che sia davvero consona e dotata dei servizi necessari. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti sicuramente va rivista la modalità perché oggi è aumentata la differenziata ma la bolletta dei cittadini non è diminuita. Quanto all’Azienda Speciale, noi aumenteremo gli investimenti per il sociale. Dopo aver mappato i reali bisogni dei cittadini ridistribuiremo i compiti e se l’Azienda Speciale non dovesse avere tutte le competenze le cercheremo all’esterno”.
La prima cosa che farebbe da sindaco? “Partiremmo riorganizzando la pianta organica del Comune in funzione del programma di governo, attraverso il consiglio comunale e non con delibere di giunta: questa sarà una vera rivoluzione”.
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