«Nel sud pontino operano clan campani come l'alleanza di Secondigliano, il clan Moccia e le strutture criminali eredi del clan dei Casalesi. Aggredire i patrimoni illeciti delle mafie, restituire alle comunità locali i beni confiscati sono la nuova frontiera per una rigenerazione sociale ed economica dei territori».
A dirlo è Gianpiero Cioffredi, presidente dell'osservatorio "Sicurezza e legalità" della Regione Lazio dopo che la Corte d'Appello ha confermato la confisca dei beni di Vincenzo Zangrillo.
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«Il basso Lazio - aggiunge - è da decenni un territorio privilegiato di influenza camorrista. Una camorra imprenditrice che trova la disponibilità di investitori e alcuni professionisti che alimentano quell’area grigia che garantisce il riciclaggio di soldi e inquinamento dell’economia pulita. E’ di grandissima importanza la decisione della Corte di Appello di Roma che ha confermato l’impianto accusatorio formulato dalla Dia. Ringrazio il Centro Operativo della Dia di Roma e il suo capo Colonnello Francesco Gosciu per la complessa e raffinata operazione nei confronti di Vincenzo Zangrillo, imprenditore di Formia, secondo gli investigatori legato al clan dei Casalesi».
Beni confiscati a imprenditore di Formia, Cioffredi: «Aggredire i patrimoni è fondamentale»
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Venerdì 29 Maggio 2020, 18:45
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