Aveva deciso di togliersi la vita ad appena 15 anni, dopo essere stata brutalmente stuprata da un ragazzo più grande. Con un’ultima chiamata al 112, ha affidato al centralino della polizia un messaggio di addio per la mamma. Subito dopo, si è gettata nelle acque del Ticino a Pavia. Sarebbe morta trascinata via dalla corrente, se non fosse stato per due pattuglie accorse immediatamente sul posto. Gli agenti si sono tuffati e, tramite una sorta di catena umana, sono riusciti a riportare la giovane a riva prima che annegasse. Così è stata salvata una ragazzina di origini marocchine, residente nel nord della Lombardia, che il giorno di Santo Stefano si è ritrovata intrappolata nell’incubo peggiore. Costretta a subire abusi da parte di un ragazzo conosciuto online, poche ore dopo era pronta a farla finita se non fossero intervenuti i poliziotti.
Un salvataggio definito «eroico» anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha commentato l’episodio evidenziando il «coraggio, abnegazione e spirito di sacrificio» che sono «tratti distintivi delle donne e degli uomini in divisa che ogni giorno assicurano sul territorio la sicurezza e l’incolumità dei cittadini».
IL SALVATAGGIO
In quel punto del fiume la corrente era particolarmente forte e la ragazzina poteva essere trascinata via. Con tutte le loro forze, i poliziotti sono riusciti ad afferrarla. A quel punto, l’inferno in cui era stata catapultata è venuto a galla con lei. Dopo esser stata portata in ospedale per ricevere le cure necessarie, ha iniziato a raccontare agli agenti di quella orrenda violenza, di come quell’uomo più grande l’aveva tratta in inganno e portata in un luogo in cui nessuno avrebbe potuto vederla o sentirla gridare, per poi assalirla senza pietà. Ha preso il via la caccia allo stupratore, con investigatori e inquirenti al lavoro per tentare di ricostruire quanto riferito dalla 15enne e risalire al ragazzo responsabile dell’aggressione.
Stando ai racconti della vittima, il carnefice è un 25enne, di origini nordafricane, che avrebbe conosciuto sui social due giorni prima. I due avrebbero deciso di incontrarsi il pomeriggio di Santo Stefano e si sarebbero dati appuntamento alla stazione di Milano Porta Garibaldi. A quel punto avrebbero preso un treno per Pavia. La ragazzina, che alla madre aveva detto di essere in compagnia di un’amica, non poteva immaginare ciò che le sarebbe accaduto. Una volta arrivati a destinazione, l’uomo l’avrebbe convinta ad andare con lui a visitare l’area Vul, il parco sul Ticino. Dapprima avrebbe tentato di baciarla e quando lei si è rifiutata le sarebbe saltato addosso, tenendola immobilizzata e violentandola. Dopo si sarebbe offerto di riaccompagnarla in stazione e quando la giovane ha detto di no si è allontanato. La vittima, nel panico, ignorando chiamate e messaggi dei familiari preoccupati, ha deciso di compiere il gesto estremo e di lasciarsi cadere nell’acqua fredda del Ticino. Fondamentale è stata quella chiamata al 112, grazie alla quale i poliziotti hanno potuto salvarle la vita.