Pietro Caprio, prof carbonizzato trovato nell’auto della madre: era scomparso da due giorni

D’estate faceva il bagnino e frequentava i locali alla moda

Pietro Caprio, prof carbonizzato trovato nell’auto della madre: era scomparso da due giorni
di Marilù Musto
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Sabato 4 Novembre 2023, 22:01 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 10:06

È rimasta intatta solo la mascella. Il resto del corpo è ridotto a poco più che un ammasso di cenere. Persino le ossa sono ormai irriconoscibili. Chi ha ridotto in questo stato Pietro Caprio, insegnante di Educazione fisica in un istituto scolastico di Minturno (in provincia di Latina), non ha avuto alcuna pietà. L’uomo è stato dato alle fiamme a bordo della sua vettura, ma di lui – appunto – non rimane più nulla. Il ricordo, quello sì, per le persone più care. L’ipotesi degli investigatori è che non sia morto carbonizzato, ma che lo fosse già quando è stata incendiata l’auto, ma non si esclude nemmeno la pista che sia stato cosparso di benzina ancora semicosciente.

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I DETTAGLI

Di certo, ci sono pochi dubbi sul fatto che il cadavere appartenga a Pietro: l’auto incendiata è una Dacia Duster, intestata alla mamma, lui è introvabile da oltre 24 ore.

E se un riconoscimento adesso è impossibile, resta il fatto che troppi indizi riconducono a lui. Unica appendice di un’indagine sul riconoscimento quasi chiusa è l’esame del Dna sulle ossa, ma per avere il responso bisognerà aspettare qualche giorno. Ieri mattina, la macabra scoperta di un passante in via Pietre bianche a Cellole, località Baia Domizia, in provincia di Caserta. Poi sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca che hanno rintracciato la vettura. Pietro era sparito da venerdì sera, ma non c’è alcuna traccia di una denuncia di scomparsa dei familiari alle forze dell’ordine. 

Da tempo, del resto viveva in casa da solo anche se a stretto contatto con la mamma e l’ex moglie. L’abitazione di residenza, infatti, è divisa in tre piani nel cuore di Cellole, nei pressi di un supermercato: al primo piano abita appunto la madre di Pietro, la signora Maria, 84 anni. intestataria della vettura carbonizzata; al secondo piano c’era lui, il prof; e al terzo piano abita l’ex consorte, dalla quale Pietro era separato da tempo. Il “giallo” sulla sua morte è il nuovo caso che tiene impegnati gli investigatori della provincia di Caserta.

L’IPOTESI

I militari dell’Arma - coordinati dal capitano Alessia Di Rocco - e i vigili del fuoco del distaccamento di Mondragone hanno raccolto molti elementi sul posto. Uno, intanto: accanto al cadavere dell’uomo sono stati trovati dei fazzoletti. Come se chi ha dato alle fiamme il suv Dacia Duster avesse voluto far sparire ogni prova, ma ci fosse riuscito solamente in parte, magari perché interrotto da qualche movimento, da qualche rumore oppure semplicemente per incuria. In questo modo, però, aumentano le speranze degli investigatori di poter capire cosa è realmente accaduto, visto che la sezione “rilievi” del nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri potrebbe avere fra le mani qualche elemento-chiave. 

Gli inquirenti non possono escludere, in queste prime fasi, nessuna ipotesi, neppure quella del suicidio. Ma, per la dinamica e per il tipo di ritrovamento del corpo, è difficile che si possa ipotizzare un gesto estremo di autolesionismo. Come avrebbe fatto, del resto, a farsi fuoco da solo, senza tentare neppure di salvarsi? Molto più probabile la pista dell’omicidio, avvenuto per motivi ancora oscuri. In quale ambiente andare a scavare, dunque? La sfera privata è quella che contiene più informazioni: Pietro Caprio aveva tanti amici, pare frequentasse locali alla moda. Ogni estate lavorava come bagnino in alcuni stabilimenti balneari di Baia Domizia; pare avesse il brevetto di maestro di salvamento della “Federazione italiana nuoto” e anche quello di Scuba driver. La famiglia era molto impegnata nell’organizzazione del carnevale a Cellole, al punto che la madre pare vestisse ogni anno gli abiti di “regina del Carnevale”.

IL LAVORO

Da settembre in poi, però, Pietro svolgeva la sua professione in una scuola di Minturno, dove lunedì si recheranno gli inquirenti per interrogare i colleghi. Intanto, ieri sera, dopo il sopralluogo del magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere, i resti del cadavere sono stati portati all’Istituto legale dell’ospedale di Caserta. Bocche cucite, per ora, fra le mura della scuola dove prestava servizio Pietro Caprio. Gli amici di Cellole raccontano di Pietro come «una persona gioviale». Per ora, i carabinieri stanno battendo il territorio per ascoltare testimoni. 

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