In un solo giorno, Pietro Ialongo, il perito informatico di Cerro al Volturno accusato del delitto di Romina De Cesare, aveva inviato alla ex fidanzata ben 218 messaggi. Era il 27 aprile dello scorso anno. Il 3 maggio Romina, 36 anni, verrà trovata senza vita nell'appartamento che condivideva con l'omicida in via del Plebiscito a Frosinone.
A parlare delle comunicazioni tra la vittima e il presunto assassino ieri, davanti alla Corte d'Assise di Frosinone, è stato il perito incaricato dalla Procura di esaminare i telefoni cellulari. «Negli ultimi mesi ha dichiarato il tecnico - si erano anche concentrate le telefonate che Ialongo faceva ai genitori».
Anche Romina più di qualche volta aveva parlato con la madre dell'imputato proprio per farle presente che le cose tra loro due non andavano più bene.
Ma col passare del tempo la ragazza si sentiva sempre più oppressa. Tant'è che qualche giorno prima di morire aveva parlato con la proprietaria di casa chiedendole di aiutarla a trovare un altro appartamento, perché lei non voleva più dividere gli stessi spazi con l'ex fidanzato. Purtroppo non ha fatto in tempo. Pietro Ialongo la sera del 3 maggio l'ha uccisa infierendo con 14 coltellate. Si torna in aula il 14 settembre. Verranno ascoltati i testimoni della difesa. L'imputato è difeso dall'avvocato Vincenzo Mercolino mentre Il padre di Romina e il fratello Anthony si sono costituiti parte civile tramite gli avvocati Danilo Leva e Fiore Di Ciuccio.