La Madonna di Canneto patrona della diocesi, indetto un referendum ma l'ultima parola al Dicastero della Fede

La proposta del vescovo Gerardo Antonazzo

Il santuario di Settefrati e la madonna nera di Canneto
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Martedì 9 Gennaio 2024, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 15:07

Se l'iniziativa avanzata dal vescovo Antonazzo sia destinata ad aprire un nuovo caso di primogenitura tra Santi e Madonne, come il precedente del 2020, non possiamo saperlo. Una cosa è certa, la consultazione richiesta da monsignor Antonazzo ai gruppi sinodali circa la nomina della Madonna di Canneto a patrona della diocesi non passerà in silenzio. A distanza di quattro anni il pastore della diocesi di Sora Cassino Aquino Pontecorvo torna sulla vicenda cercando di riunire diversi territori sotto il nome di un'unica patrona.

Se nel 2020 a Cassino il caso si accese per la nota vicenda che vedeva, con la proclamazione di Cassino a città Mariana oscurare' la figura di San Benedetto a favore della Madonna Assunta; questa volta il vescovo Gerardo punta a far diventare la Madonna di Canneto protettrice unica.

La notizia sta iniziando a far storcere di nuovo il naso a più di qualcuno.

IL PRECEDENTE

Se quattro anni fa la querelle era limitata soltanto ai territori dell'ex diocesi di Montecassino, oggi coinvolge l'intera diocesi. Andiamo per ordine, cercando di capire i termini dell'iniziativa avanzata dal vescovo. Nell'ambito del Cammino sinodale, Antonazzo vuole dare alla diocesi una protettrice unica, identificata nella Madonna di Canneto, santuario posto a mille metri di altezza nel comune di Settefrati, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La Valle di Canneto, da antica tradizione, ogni anno nel mese di agosto accoglie migliaia di pellegrini provenienti da diverse regioni: Campania, Molise, Abruzzo, Lazio. Una devozione mariana antichissima e molto sentita. Però, c'è un concetto da cui non si può prescindere.

Le città che compongono l'attuale diocesi, dopo l'unificazione ad ottobre nel 2014 dell'ex diocesi territoriale di Montecassino con Sora, Aquino e Pontecorvo, restituiscono attualmente una diocesi in cui ogni singola città custodisce un sentire, un attaccamento e una devozione ad un proprio Santo protettore. A Pontecorvo il popolo è devoto a San Giovanni Battista. Ad Aquino a San Tommaso. A Sora a Santa Restituta. Infine, Cassino da quasi 1500 anni legata alla figura di San Benedetto Patrono Primario d'Europa. Ma la città Martire è anche devotissima alla Madonna Assunta. Nel Santo, fondatore del monachesimo occidentale, il popolo dei fedeli del Cassinate si identifica per storia, cultura e fede.

La Madonna Assunta è venerata da secoli per aver salvato la città in occasione del colera, della peste e della guerra che sconvolsero Cassino, tra la metà dell'Ottocento fino alla seconda guerra mondiale. Un culto sentitissimo dai fedeli cassinati con la processione penitenziale del 9 luglio e la festa del 14 e 15 agosto, accompagnata da antiche preghiere e canti scritti dai monaci benedettini risalenti al 700. Liturgie che, negli ultimi anni, la volontà delle sfere ecclesiastiche sembra voler spazzare via. Come si procederà ora in merito alla consultazione? Sul parere richiesto da Antonazzo dovranno pronunciarsi i gruppi sinodali.

La parola definitiva spetterà, però, al Dicastero della Fede a cui bisognerà formalizzare la richiesta che si baserà sul consenso popolare. Poi la decisione, che il vescovo spera di ricevere entro il 22 agosto prossimo, festa della Madonna di Canneto. Ma da più parti, anche all'interno del mondo ecclesiastico c'è chi continua a storcere il naso. Non si espongono ma in tanti, non soltanto dal Cassinate, ma anche dagli altri centri che storicamente compongono la diocesi di Sora, auspicano che nulla cambi.
 

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