Ha i tre figli in stato vegetativo, deve lottare anche contro la burocrazia (l'Inps nega il congedo): «Come faccio a lasciarli»

Il dramma familiare di un 60enne di Frosinone ostacolato anche dalla burocrazia

Ha i tre figli in stato vegetativo, deve lottare anche contro la burocrazia (l'Inps nega il congedo): «Come faccio a lasciarli»
di Marina Mingarelli
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Venerdì 22 Settembre 2023, 06:31 - Ultimo aggiornamento: 18:19

Ha tutti e tre figli affetti da una grave malattia genetica degenerativa. E come se non fosse bastato questo, ci si è messa anche la burocrazia a rendere la situazione ancora più complicata. Un calvario nel calvario quello di Sandro Paris, un operaio di 60 anni residente a Frosinone. L’uomo è stato costretto ad intraprendere una battaglia legale per poter ottenere un diritto che gli spettava: la proroga di altri due anni del congedo dal lavoro per potere restare a casa e prendersi cura, insieme alla moglie, dei propri tre figli che vivono ormai in uno stato semi vegetativo.

Il dramma di Sandro ha inizio una quindicina di anni fa, quando il primogenito, Simone, comincia ad accusare problemi di deambulazione.

Ogni giorno che passava il figlio stava sempre peggio. Allora erano iniziate le visite da uno specialista all’altro.

LA DIAGNOSI

Alla fine è arrivato il verdetto che nessun genitore vorrebbe mai sentire. Al policlinico“Gemelli” di Roma, grazie ad una serie di sofisticati esami,scoprono che il giovane è affetto da una malattia genetica chiamata Batten. Si tratta di una patologia neurodegenerativa caratterizzata dal progressivo declino delle capacità cognitive e motorie che comporta anche cecità. Un dramma, ma quello è stato soltanto l’inizio. Da lì a poco tempo il signor Sandro avrebbe scoperto che anche la seconda figlia, Federica, oggi 33enne, era stata colpita dalla stessa malattia. Poi è stata la volta di Elisa, la più piccola che ha 25 anni. Tutti e tre figli segnati dallo stesso destino.

«Elisa - racconta il papà - fino a qualche anno fa riusciva ancora a deambulare, ma adesso anche lei si trova nella stessa condizione dei fratelli. Distesa su un letto in uno stato semi vegetativo. Come faccio io a lasciare mia moglie da sola ad accudire tre ragazzi in questa condizione? Se non fosse per gli assistenti domiciliari di una associazione benefica che ci aiutano tutti i giorni non saprei proprio come fare. Per non parlare delle spese che debbo affrontare quotidianamente. Per poterli accompagnare alle visite ho dovuto acquistare una macchina che può ospitare i disabili che ho pagato 80 mila euro. Poi siccome i miei figli vengono alimentati con un sondino ho dovuto seguire un corso per imparare tecnicamente come va utilizzato. Io e mia moglie anche di notte stiamo sempre in stato di allerta perché dobbiamo aspirare la saliva per permettere loro di respirare bene».

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LE CARTE BOLLATE

Nonostante il destino atroce, forse il peggiore che può capitare ad un padre, Sandro non si è mai arreso. Insieme alla moglie sta affrontando questa situazione con tutta la dedizione e l’amore che soltanto i genitori sanno dare. Per questa ragione, quando si è visto negare per ben tre volte dall’Inps il congedo straordinario, si è rivolto all’avvocato Marco Diana che lo ha rappresentato legalmente. Senza quel congedo l’uomo, che lavora in una azienda di impiantistica, rischia di essere licenziato. Il legale si è rivolto al tribunale di Frosinone in via d’urgenza per ottenere giustizia. Secondo l’Inps l’uomo aveva già fruito dei due anni consentiti per il congedo, non poteva richiederne altri.

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Ma l’avvocato Diana, richiamando alcune pronunce della Cassazione, ha sostenuto che al suo assistito spettano due anni a figlio, quindi doveva fruire del permesso straordinario anche per la secondogenita. Il padre dei tre ragazzi disabili si è visto costretto per ben tre volte a rivolgersi in via d’urgenza al tribunale di Frosinone per vedersi riconosciuto un diritto che gli spetta per legge. Tutti e tre i ricorsi hanno trovato pieno accoglimento in tribunale assicurando al padre il riconoscimento del congedo previsto dalla norma e dunque la possibilità di poter garantire assistenza e sostegno ai propri figli.

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