Roma, svolta per il San Giacomo: 170 posti letto in Centro (il presidio era stato chiuso nel 2008)

Stanziati 125 milioni: saranno riaperti gli ambulatori e i laboratori di analisi

Roma, svolta per il San Giacomo: 170 posti letto in Centro (il presidio era stato chiuso nel 2008)
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 18 Luglio 2023, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 07:17

Nell'elenco dei 37 interventi su ospedali e Asl che il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha presentato ieri alla stampa, il San Giacomo sta proprio nella casella 37. Alla voce "potenziamento della rete territoriale" ci sono 124 milioni e 845 mila euro da destinarsi all'"Ex ospedale San Giacomo - Ospedale di Comunità, Residenza Sanitaria assistita (Rsa) e lungodegenza".

I FONDI

Di questi 124 milioni, 118 sono a carico del bilancio dello Stato e poco più di 6 li metterà la Regione Lazio.
Prende forma, quindi, l'idea di riaprire il San Giacomo, l'ospedale del centro storico di Roma, alle spalle di via del Corso, chiuso dal 2008.
Dopo che la Cassazione, a febbraio scorso, ha definitivamente risolto il nodo sulla destinazione del San Giacomo stabilendo una volta per tutte che il nosocomio deve mantenere l'originaria destinazione di luogo di cura, la Regione, che quindici anni fa aveva stabilito di "valorizzarlo" in altro modo, ha avviato il percorso per riaprire la struttura come ospedale di comunità.
A giugno Rocca aveva annunciato la decisione di riportare il San Giacomo ad avere 170 posti letto com'era quando venne chiuso.

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OSPEDALE DI COMUNITÀ

Ma senza il pronto soccorso e trasformandolo, quindi, in un ospedale di comunità: 80 posti siano di tipo ospedaliero a degenza infermieristica, quindi dove al medico sono affidati solo compiti di supervisione; 70 per le lungodegenze e, infine, 20 da destinarsi a residenze sanitarie assistite intensive, strutture cioè nelle quali trovano ospitalità quei pazienti che, a causa delle patologie da cui sono affetti oppure per le condizioni sanitarie particolarmente gravi, hanno bisogno di un'assistenza continuativa: si tratta di persone in coma prolungato o in stato vegetativo, oppure che necessitano di nutrizione assistita o, ancora, sotto ventilazione meccanica assistita. In pratica, sono tutti quei pazienti che richiedono una presenza medica e infermieristica costante, 24 ore su 24.
A completamento dell'ospedale di comunità, poi, verrebbero riaperti gli ambulatori e la diagnostica.

Di fatto, quindi, nel centro storico riaprirebbe un punto di riferimento per analisi cliniche e ambulatori medici più una struttura di assistenza per i pazienti fragili.

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«Siamo fieri di annunciare la riapertura del San Giacomo di Roma, che ospiterà un ospedale di comunità, Rsa e lungodegenza», ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca durante l'incontro di ieri con la stampa per presentare il nuovo piano per gli investimenti nell'edilizia sanitaria.

LA STORIA

L'"Arcispedale San Giacomo degli Incurabili" - questa la esatta denominazione originaria - esisteva già nel periodo medievale ma venne rifondato nel 1500. Al momento della trasformazione in ospedale, il San Giacomo era sotto il controllo della famiglia Colonna. Dopo una serie di vicente, a fine XVI secolo fu il cardinale Anton Maria Salviati a dargli la struttura moderna, dotando il nosocomio di un fondo patrimoniale. Il testamento del cardinal Salviati - che legava il San Giacomo a struttura di assistenza sanitaria - è poi alla base della sentenza della Cassazione che ha escluso qualunque altra destinazione.
 

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