Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Il caro alimenti/ Se una tassa extra può fermare la speculazione

di Angelo De Mattia
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Lunedì 8 Maggio 2023, 00:00

La questione del fenomeno che un tempo si chiamava caro-vita sta diventando cruciale per le famiglie meno abbienti, per non parlare di quelle in condizioni di povertà, come attestano anche le rilevazioni puntuali del Messaggero. La risposta deve essere organica e plurale, partendo dalla constatazione che l’incremento dei prezzi del carrello della spesa non rallenta: anche ad aprile l’aumento segna oltre il 12% in più. Diversi sono i fattori che vi concorrono, dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, all’impatto dell’aumento dei tassi di interesse della Bce che ha lo scopo, contrario, di contrastare l’inflazione, ma finisce con il contribuire nell’immediato all’aumento dei prezzi anche dei beni di prima necessità. L’inflazione complessiva in Italia si attesta ora intorno all’8%, mentre quella di fondo, con esclusione dei prezzi degli alimentari e dei prodotti energetici, è pari a poco più del 6%. 

Dato atto di quei problemi sui quali, al momento, non è possibile incidere se non limitatamente a livello nazionale, non è affatto secondario invece sollevare la questione della fondatezza dei persistenti aumenti dei prezzi e del funzionamento della filiera industria-distribuzione. Sia chiaro: quando si parla della necessità di controlli sulla formazione dei prezzi, non si vuole imporre una linea dirigistica che porti all’introduzione di prezzi amministrati. È tuttavia necessario verificare con gli strumenti normativi e gli istituti di vigilanza che il processo di formazione avvenga nel rispetto pieno della concorrenza. Vi è, dunque, uno spazio certo per un intervento, con un occhio attento all’articolo 501 del Codice penale che colpisce le attività fraudolente nella formazione dei prezzi sul pubblico mercato. Occorre comunque evitare che, proprio a causa di una inadeguatezza dei controlli, si ripetano episodi come quelli che hanno accompagnato il passaggio dalla lira all’euro, quando un evento straordinario venne sfruttato per aumentare in maniera altrettanto straordinaria i prezzi di una gran parte di beni. 

A fronte comunque degli introiti eccezionali che sta registrando la distribuzione, pur senza fare astrazione dalle altre cause degli aumenti, è poi singolare che si parli di tassazione degli extra-profitti per le società energetiche con una legge ad hoc mentre si fatica a imporre l’idea che anche il settore della distribuzione debba essere sottoposto ad analoga imposizione. Del resto, anche le banche sono finite al centro del dibattito sugli utili extra con richieste analoghe di tassazione, sebbene in questo caso sarebbe opportuno fare qualche riflessione vista l’attività sociale che svolge il settore del credito. A maggior ragione, non si vede perché il settore della distribuzione non debba subire analogo trattamento, naturalmente con l’osservanza di criteri oggettivi, trasparenti, fondati sull’equità e la solidarietà, applicabili in questa fase particolare: arricchimenti straordinari sono da fronteggiare con misure straordinarie. 
La Corte costituzionale ha riconosciuto in passato la legittimità, per esempio, del contributo di solidarietà su stipendi d’importo superiore a un certo livello, purché fosse straordinario, avesse una precisa destinazione sociale e fosse transitorio. La tassazione anzidetta degli extra-profitti si basa sugli stessi principi. Dunque s’impone un vero e proprio piano anti-rincari per quegli aspetti che non sono correlati a una normale logica di mercato, con il concorso del governo, delle parti sociali, degli organismi di tutela del consumatore-utente, nel rispetto del mercato regolato, ma non delle sue eventuali patologiche deviazioni.

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