Gigafactory avanti con il piano a Termoli

Gli impianti di fabbricazione delle batterie per i trasporti elettrici al centro della transizione E l’Italia punta sul progetto ACC

Gigafactory avanti con il piano a Termoli
di Francesco Bisozzi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Dicembre 2023, 11:17

Con la corsa all’elettrificazione dei trasporti, che ha causato un’impennata nella domanda globale di batterie, le gigafactories sono diventate un elemento centrale della transizione energetica. Il termine “gigafactory” è stato coniato dal patron di Tesla e X, Elon Musk, nel 2013. Dieci anni dopo, secondo le rilevazioni della società Benchmark Mineral Intelligence, sono 236 le gigafactories attive in tutto il mondo. Stando alle previsioni, diventeranno 399 nel 2030. In questo modo la capacità produttiva balzerà dai 2451,4 GWh previsti nel 2023 a quota 8929,9 GWh entro la fine del decennio. Pechino, sottolinea poi Benchmark Mineral Intelligence, nel 2022 ha registrato una capacità di produzione di 1369,7 GWh, pari al 78,5% del totale mondiale. Per intenderci, il peso produttivo europeo ha raggiunto sempre nel 2022 solo il 7,7%. Gli Stati Uniti si sono fermati al 6,2%. La buona notizia è che i gap tra Oriente e Occidente dovrebbero assottigliarsi. In Europa la capacità produttiva di celle a batteria aumenterà nel 2030 a 1177,2 GWh e negli Usa raggiungerà i 1281,6 GWh. In termini di mercato, le rispettive quote salirebbero così al 13,2% e 14,4%, mentre la Cina vedrà il suo ruolo ridimensionato al 68,5%.

INVESTIMENTI

E in Italia? A Palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, proseguono i tavoli tecnici per discutere del piano di trasformazione di Termoli da fabbrica di motori e cambi a gigafactory. La fabbrica di batterie darà lavoro a circa 1.800 dipendenti e sarà costruita da ACC, joint venture partecipata da Stellantis, Mercedes e Total. La produzione partirà a fine 2026 ed entrerà a pieno regime alla fine del 2029. L’investimento complessivo sarà di circa 2 miliardi di euro, di cui circa 400 milioni di euro di finanziamento pubblico. Per il ministro Adolfo Urso il progetto ha la priorità. La Cina resta il più grande produttore di batterie al mondo. Ma anche Corea, Usa e Giappone non scherzano. 
Anche l’Europa si è mossa. Prima dell’estate, a Douvrin, nel Nord Est della Francia, Acc ha inaugurato la sua prima gigafactory europea per la produzione di batterie per auto elettriche. Lo stabilimento avrà inizialmente una produzione annua di 13,4 Gwh e al 2030 arriverà a produrre 40 GWh l’anno, impiegando circa duemila persone. A Kaiserslautern, in Germania, sarà realizzata la seconda gigafactory di Acc. Al 2030, le gigafactory di Termoli, Kaiserslautern e Douvrin avranno una produzione annuale di 40 GWh e una produzione complessiva di 120 GWh, pari a circa 2,5 milioni di batterie, che andranno a equipaggiare le auto elettriche di Stellantis e di Mercedes-Benz.  Più nel complesso, in Germania ci sono 3 gigafactory già in funzione (e 5 in costruzione).

Il sito di Dobeln, di proprietà di Swiss Blackstone Resources, è attivo dal 2021 e punta a una produzione annua di 5 GWh, mentre quello di Erfurt, di CATL, dovrebbe arrivare a breve a 14 Gwh. Infine, il sito di Ludwigsfelde, finanziato da Microvast, vuole arrivare a 6 Gwh. In Francia c’è uno stabilimento della Blue Solutions con sede a Quimper che è stato inaugurato addirittura nel 2013 e che attualmente produce batterie per 1,5 GWh all’anno. Un altro impianto, della cinese Envision, sorgerà a Douai: partirà nel 2024 con una produzione annua di 9 GWh per arrivare a 24 GWh all’anno nel 2030. La Spagna sfrutta la presenza di Volkswagen (attraverso i marchi Seat e Cupra) per creare un vero e proprio distretto dell’auto elettrica. In arrivo 4 gigafactory: Basquevolt ne costruirà una nei Paesi Baschi da 10 GWh l’anno che sarà pronta nel 2027; Envision ha un accordo per la costruzione di una fabbrica da 30 GWh a Navalmoral De La Mata; Volkswagen ha investito 10 miliardi per la realizzazione di un impianto da 40 GWh che sarà pronto nel 2026; InBat, infine, ha firmato un contratto per la creazione di una fabbrica da 32 GWh a Valladolid.

IN SCANDINAVIA

Sono tuttavia i Paesi scandinavi, primi per quote di mercato di auto a zero emissioni, quelli che hanno in cantiere il maggior numero di progetti legati alla produzione di batterie. In Svezia dal 2021 è in funzione la fabbrica di Northvolt, situata a Skelleftea, che prevede di arrivare nel 2025 a una produzione di 40 Gwh. In Finlandia è quasi pronto l’impianto di Kotka: la produzione varierà tra i 27 e i 40 GWh all’anno. Ben quattro le fabbriche di batterie in programma in Norvegia: quelle di Arendal e Haugaland, da 32 e 10 GWh, entreranno in funzione entro la fine del prossimo anno. Poi nel 2028 sarà la volta dell’impianto di Mo i Rana, nella contea di Nordland, da 83 Gwh. Quello di Trondheim inizierà la produzione nel 2026 e nel 2030 arriverà a 40 GWh circa. 
In Italia, invece, non c’è solo Termoli. Negli ultimi mesi, per esempio, si è parlato di una gigafactory Intel in Veneto, per cui la Regione aveva candidato il comune veronese di Vigasio. Il colosso americano aveva pensato all’Italia per un investimento iniziale di 4,5 miliardi di euro e una generazione di 1.500 posti di lavoro diretti (più altri 3.500 nella filiera). Per l’insediamento produttivo aveva presentato la sua candidatura anche il Piemonte. La big statunitense tuttavia ora potrebbe ridefinire i propri piani di investimento in Europa. Resta senza casa inoltre il progetto di Italvolt che aveva pensato di realizzare una maxi-gigafatory prima a Scarmagno, Ivrea, nella ex fabbrica Olivetti, e poi a Termini Imerese, nel sito produttivo ex Blutec. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA