Pensioni, i Millennials dovranno lavorare fino ai 67 (o anche 70) anni: stretta sull'uscita anticipata. Le simulazioni

La Manovra agevola la pensione di vecchiaia dei Millennials, ma complica l'uscita anticipata dal mondo del lavoro: solo i più ricchi potranno permettersi di andare in pensione a 64 anni, gli altri dovranno aspettare 67 o addirittura superare i 70 anni

La situazione previdenziale futura degli attuali giovani
di R. Ec.
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 07:24

Stretta sulla pensione futura dei Millennials, con la pensione anticipata a 64 anni che stando alle regole modificate dalla Manovra diventerebbe una possibilità solo per ricchi. Per tutti gli altri, bene che vada, si arriva a 67 anni di età, altrimenti, secondo alcune simulazioni, bisognerà aspettare di compiere 70 o addirittura 75 anni. La Legge di Bilancio, infatti, se da una parte agevola la pensione di vecchiaia a 67 anni, abbassando il valore minimo dell'assegno per poterla prendere, complica i meccanismi per accedere all'uscita anticipata. 

Così per uscire a 67 anni servirà un reddito un terzo più basso rispetto ad ora (17 mila euro), mentre per lasciare il lavoro a 64 anni servirà una retribuzione del 7% più alta di oggi (46 mila euro).

Non solo, la retribuzione in questo caso deve essere continua per vent’anni, senza buchi o salti. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia per tutti coloro che sono nati dal 1980 al 1996 (con età compresa tra 27 e 43 anni).

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Millenials, le regole attuali per la pensione

I Millenials hanno una carriera ai fini pensionistici quasi completamente contributiva. Avendo cominciato a lavorare quasi tutti dopo il 1996, prenderanno quanto versato, senza scassare i conti. 

Le regole della Legge Fornero prevedono per i Millennials due vincoli, non presenti per chi va ora in pensione. C'è la pensione di vecchiaia (a 67 anni con 20 di contributi), per cui serve il requisito di un assegno di 1,5 volte quello sociale e cioè di 755 euro (secondo le cifre di oggi). C'è poi la pensione anticipata (a 64 anni, sempre con 20 di contributi), ma ci deve essere un assegno di 2,8 volte superiore: 1.409 euro. La ratio era far sì che non si andasse in pensione con assegni troppo bassi, onde evitare di finire troppo a carico dello Stato e dei suoi servizi di welfare straordinario per varie ragioni.

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Cosa cambia con la Manovra

Il governo, per dare «un segnale ai giovani», come spiegato dalla stessa presidente Giorgia Meloni, aveva deciso di abbassa il primo requisito per la vecchiaia da 1,5 volte a una volta (503 euro). Ma contemporaneamente, è stato deciso di alzare il secondo requisito per l’anticipata da 2,8 volte a 3 volte (1.510 euro), introducendo uno sconto solo per le mamme (con un figlio restano a 2,8 volte, con almeno due scendono a 2,6 volte equivalenti a 1.308 euro).

E ancora, in Manovra è stato inserito un tetto alla pensione pari a cinque volte la minima, che ne limita l’importo fino ai 67 anni, assieme a una finestra di tre mesi dal raggiungimento dei requisiti. Infine il requisito dei 20 anni di contributi non sara più fisso, ma adeguato alla speranza di vita e quindi crescente nel tempo. Tutto ciò, secondo la relazione tecnica della Legge di Bilancio, «per non pregiudicare la sostenibilità delle finanze pubbliche e del debito». In pratica tagliare i requisiti per la pensione di vecchiaia ha un costo pareggiato da questi paletti aggiuntivi.

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In pensione anche a 75 anni: le simulazioni

Con queste nuove regole un giovane lavoratore dipendente si potrà assicurare l’uscita di vecchiaia se riesce a guadagnare 17mila euro lordi all’anno per vent’anni (prima erano 26 mila euro). A un autonomo, che verserà una quantità inferiore di contributi, serviranno 24mila euro (dai precedenti 36mila euro).

Con queste cifre, secondo le simulazioni realizzate da Smileconomy per Repubblica, l'assegno sarà solo di 503 euro. Da fame, insomma. Solo chi è più ricco, in futuro, potrà poi puntare alla pensione a 64 anni: varrà per un lavoratore dipendente che percepisce 46mila euro lordi (da 43mila secondo le vecchie regole) per 25 anni e un autonomo che prende 63mila euro (da 59mila secondo le vecchie regole). Per le mamme con due figli servono 40mila euro se sono dipendenti e 55mila euro se sono autonome. Insomma, anche con lo sconto, l'uscita anticipata è destinata solo ai più facoltosi.

Per chi è troppo ricco c'è però una limitazione. Se la pensione è sopra i 2.800 euro, infatti, si incassa questo tetto per tre anni e poi la pensione intera dai 67 anni. Per avere un assegno pensionistico decente se si hanno stipendi medi, quindi, non resta che la vecchiaia senza paletti. Servono solo 5 anni di contributi, ma l’età per andare in pensione supera i 70 anni (si può arrivare fino a 75 anni).

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