Tendenza Latella
di Maria Latella

Uomo del suo tempo che non ha sprecato il tempo. Ricordo di Mario D'Urso attraverso quattro "I"

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Venerdì 5 Giugno 2015, 15:26
E'stato un uomo del suo tempo e un uomo che del suo tempo non ha sprecato neppure un secondo. Ironico. Il suo elogio era frizzante come un spritz, mai dolciastro. Uno spruzzo di ironia evitava l'eccesso. Detestava l'adulazione. Mi telefonava, talvolta, la domenica mattina, dopo aver visto L'Intervista su Skytg24, e I suoi commenti sull'intervistato, divertenti e spesso critici, non erano comunque mai sprezzanti e mai banali. I giornalisti lo divertivano, ne aveva conosciuti tanti, nella Washington dei Kennedy e dei Kissinger come nella Londra e nella Milano della finanza. Ma la politica non lo divertiva piu'. Se proprio si doveva parlarne, meglio comunque gli scenari del mondo, diceva negli ultimi tempi. L'ultima volta in cui ci siamo visti, a cena, a casa sua, c'erano molti giornalisti e molti ambasciatori. Alcune aristocratiche amiche gliel'avevano fatto notare:"Come mai tanti diplomatici?". E Mario:"Perche'sono piu'interessanti dei vostri mariti". Intelligente. Della sua epoca aveva visto molto e conosciuto quasi tutti quelli che, tra gli anni Sessanta e il Duemila, finivano prima o poi nel Who's who della finanza, della politica, del potere internazionale. Sceglieva chi frequentare per avere qualcosa da imparare o per divertirsi facendo business. Le due cose, spesso, viaggiavano insieme ed era raro lasciare la sua bella casa romana, dopo uno dei suoi pranzi, senza portarsi dietro le tracce di una serata interessante, il conforto del tempo non sprecato. Instancabile. Anche dopo la malattia era sempre in viaggio. A New York per un incontro con Henry Kissinger, a Berlino per I Bambi Awards dell'amico editore Burda, a Londra, anche se un po'meno dopo la morte dell'amica principessa Margaret. E certo, c'era sempre il Marocco e la Svizzera della grande amica di sempre, Marella Agnelli,e un po'meno Torino da quando era morto l'Avvocato. Ma, mi ripeto, non era uno che sprecasse il suo tempo. Aveva rapporti veri, affettuosi, intensi, con la sua famiglia. Un padre e una madre amatissimi, e col primo il tratto fatto insieme e' stato lungo e bello. Due fratelli amati e scomparsi prima di lui. Le nipoti e la cognata francese che fino all'ultimo gli sono state vicine. Mario non era uomo da sottovalutare cosa davvero conta nella vita. Internazionale. Non c'e'molto da aggiungere a questa ultima "I". Giovanissimo, era andato negli Stati Uniti, per lavorare in un mondo della finanza che non era ancora quello del lupo di Wall Street e da allora internazionale era rimasto. Aveva sempre un amico a Tokyo o nelle Filippine (si, anche la detestata Imelda Marcos era sua amica), un visconte inglese o un miliardario americano che ne apprezzavano l'eleganza, lo spirito e I buoni consigli. Ma piu' che per le sue "I" o sulla "e" di eleganza del cuore, Mario D'Urso sara' ricordato per la "g" di generosita'. Non era tipo da tagliare i ponti con chi aveva perso il potere. Ma li tagliava con chi si era mostrato opportunista. Se gli stavi simpatico, comunque, gli stavi simpatico per sempre. Ciao Mario, mi mancheranno le tue telefonate della domenica. Ci mancherai.
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