In vacanza con la legge 104 invece di assistere il parente: infermiere condannato

Il Tribunale di Teramo
di Teodora Poeta
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Venerdì 29 Marzo 2024, 07:37

Sono stati accusati di aver usufruito dei giorni retribuiti di congedo straordinario, legge 104, per accudire il padre e il nonno disabili gravi e invece, secondo l’accusa, andavano in vacanza o erano impegnati in altre attività personali. A sei anni dal rinvio a giudizio, ieri, è stato condannato per truffa dal giudice Emanuele Ursini a un anno di reclusione, pena sospesa, l’infermiere D.P., assolto, invece, così come anche da richiesta della pm Silvia Scamurra, ma perché il fatto non sussiste, il tecnico di radiologia ora in pensione M.P. (prescritti i reati che risalivano al 2014).

A segnalare i comportamenti dei due, entrambi all’epoca dipendenti Asl (parti civili le aziende sanitarie di Teramo e della Romagna) e rispettivamente nipote e zio, è stata la finanza di Nereto che per diverso tempo li ha pedinati e ha poi controllato i loro traffici telefonici e delle loro carte di credito. Ma così come ha evidenziato in fase di requisitoria la pm, la posizione di M.P. è poi risultata diversa, si è insinuato un dubbio sulla continuità assistenziale prestata ai genitori, pur avendo una dimora altrove.

Cosa diversa per l’altro imputato, nei confronti del quale sono stati i suoi stessi familiari, il fratello e la madre, a fornire a processo testimonianze che non sarebbero state considerate attendibili. È stata sua madre a dichiarare di aver usato il telefono e la carta del figlio per andare in vacanza in Calabria, senza, però, saper poi specificare null’altro.

Lo ha evidenziato in un passaggio la pm Scamurra. Agli atti del dibattimento sono state pure acquisite due sentenze definitive della Corte dei Conti che ha condannato i due impiegati pubblici motivo per cui, ieri, il giudice non ha riconosciuto il risarcimento alle Asl. A suo tempo nei loro confronti era anche scattato un sequestro preventivo per equivalente disposto dal gip, su richiesta della procura, per un valore complessivo di 70mila euro quale ingiusto profitto nel riconoscimento del beneficio di legge e nella conseguente presunta illecita fruizione dei periodi di congedo straordinario retribuito. Somme che ora dovranno essere dissequestrate. E se lo zio avrebbe dovuto assistere grazie a quei permessi suo padre, al nipote, invece, toccava assistere l’anziano nonno, mentre invece, sarebbe emerso che andava in vacanza anche fuori regione o svolgeva altre attività personal, questo è risultato anche dai controlli di telepass, accertamenti bancari e tabulati telefonici.

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