Preside accusata di atti persecutori in famiglia. L'appello dei professori: «Lasci la scuola»

La dirigente scolastica avrebbe organizzato le aule così da avere le due nipotine di 9 e 10 anni, alunne della sua scuola

Preside accusata di atti persecutori in famiglia. L'appello dei professori: «Lasci la scuola»
di Giuseppe D'Intino
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Venerdì 26 Aprile 2024, 07:27

«Non possiamo più aspettare, bisogna che il ministero intervenga per porre fine a questa situazione». È l’appello lanciato da alcuni insegnanti e genitori degli studenti di una scuola elementare e media. È l’istituto guidato da una preside da tempo in rapporti conflittuali con gran parte della comunità scolastica. La situazione, già esplosiva, è deflagrata quando la dirigente è finita a processo per minacce, atti persecutori e danneggiamento aggravato.

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LA VICENDA

La questione giudiziaria è prettamente familiare: parti offese, infatti, sono il figlio, la nuora e i consuoceri dell’imputata.

Tuttavia, è tra i banchi della scuola che le persecuzioni sono iniziate: la preside avrebbe organizzato le aule così da avere le due nipotine di 9 e 10 anni, alunne della sua scuola, sempre vicine al suo ufficio. Incursioni in classe e controlli dalla finestra e nei corridoi, poi, hanno fatto inquietare le bambine, che hanno chiesto ai genitori di redarguire la nonna. È iniziata da lì una catena di messaggi minatori ai componenti della famiglia, culminata con due incendi appiccati presso l’abitazione: una volta dando fuoco all’immondizia, l’altra bruciando lo zerbino. Il processo si è concluso rapidamente: la preside, incastrata dalle fototrappole degli investigatori, ha scelto la via del patteggiamento: nove mesi e dieci giorni di reclusione, con il beneficio della condizionale subordinata alla partecipazione a un «percorso di recupero presso il Centro di ascolto maltrattanti di Pescara o associazione similare da effettuare entro un anno dal passaggio in giudicato della sentenza».

LE REAZIONI

«È intollerabile che, nonostante il patteggiamento, la preside continui a svolgere il proprio ruolo», fanno sapere i rappresentanti di insegnanti e genitori. Lo scorso 28 marzo, la questione è approdata anche in consiglio comunale con un’interrogazione del capogruppo del Pd Piero Giampietro. «Abbiamo monitorato la situazione – è stata la risposta dell’assessore all’istruzione Giovanni Santilli – e l’Ufficio scolastico regionale sta valutando quali azioni intraprendere». L’ex vicesindaco non è l’unico ad attendere le risposte dell’Usr: «Quando a gennaio la vicenda del processo è venuta fuori, c’è stata un’ispezione di cui, però, non sappiamo l’esito - proseguono gli insegnanti e i genitori –. Da quel che ci risulta, la preside dovrebbe essere in ferie forzate, ma continua a venire a scuola e a firmare le circolari: per assurdo, sono più quelle prodotte ora che prima. Non abbiamo alcuna notizia di eventuali sospensioni o riduzioni di stipendio». Mentre il Consiglio d’istituto è stato commissariato martedì scorso, è noto che la dirigente andrà in pensione al termine di quest’anno scolastico. «Non possiamo attendere che vada via ad agosto – sottolineano i rappresentanti della comunità scolastica –: bisognerà infatti organizzare gli esami di Stato di terza media e predisporre il prossimo anno scolastico. Qui, intanto, ogni giorno è una guerra». Insegnanti e genitori descrivono una situazione piuttosto tesa, che sarebbe combattuta da un lato con l’opposizione dei consiglieri d’istituto alle delibere della preside, dall’altro con dispetti e metodi autoritari. «L’Ufficio scolastico è da tempo al corrente della situazione, perché le lamentele sono state parecchie, anche da parte dei sindacati – concludono prof e genitori -. Quando abbiamo osato opporci alle sue decisioni, la preside ci ha sempre ripetuto di essere intoccabile: evidentemente è davvero così, perché finora, nonostante quanto successo, non è cambiato nulla».

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