Sta andando avanti, ormai quasi alla soglia della prescrizione del reato, il processo per la morte della 78enne Eugenia Alvaro avvenuta a luglio del 2016 all’ospedale di Giulianova. A far scattare l’inchiesta, all’epoca, è stata la querela presentata subito dopo dai tre figli della donna, oggi parte civile nel processo insieme ai quattro nipoti (tutti rappresentati dall’avvocato Valentino Severi) che ha poi portato al rinvio a giudizio per omicidio colposo di cinque medici del reparto di Chirurgia generale della struttura sanitaria giuliese dove la 78enne è rimasta ricoverata fino al giorno del decesso.
Secondo il perito del gip e i consulenti dei familiari della vittima il decesso della donna sarebbe stato causato dalla disidratazione e dalla malnutrizione avvenute quando l’anziana, che era stata sottoposta ad un intervento di “ileostomia escludente su bacchetta (correttamente e tempestivamente eseguito rispetto alle condizioni della paziente)” è stata ricoverata in Chirurgia generale.
Questo nonostante un eccesso di liquidi somministrati l’ultimo giorno alla 78enne su indicazione di un medico, emerso dalla cartella clinica subito sequestrata, che ha lasciato perplessi anche i consulenti della difesa proprio perché «esagerato come quantitativo e dati talmente in fredda – è stato sottolineato – che potrebbero aver innescato lo scompenso». «La fluidoterapia – è stato poi spiegato da loro in aula – va fatta molto lentamente». I fatti contestati risalgono ad un periodo che va dal 24 giugno al 15 luglio del 2016. Inizialmente erano sette i medici indagati, ma in cinque sono finiti a processo.