Lei non chiede aiuto agli amici in casa, studente assolto dall'accusa di stupro

Lei non chiede aiuto agli amici in casa, studente assolto dall'accusa di stupro
di Marcello Ianni
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 07:30

Lei non chiede aiuto agli amici che si trovavano in casa: per questo scatta l’assoluzione dello studente, accusato di violenza. La Festa della Donna dell’8 marzo del 2019 si era trasformata in un incubo per una ragazza dopo un rapporto sessuale (consensuale o meno). Costretta a fare ricorso alle cure dei medici del Pronto soccorso dell’ospedale dell’Aquila a causa di traumi contusivi alle costole, allo sterno, al viso, con dolori addominali e varie ecchimosi su altri parti del corpo. Ma per il Tribunale dell’Aquila (riunito in sede Collegiale), il giovane imputato accusato di violenza sessuale va assolto in sostanza per non avere percepito il dissenso della giovane. La vicenda giudiziaria, cominciata in dibattimento due anni fa, ruotava attorno a due studenti universitari: lei di Chieti di 25 anni, (iscritta alla Facoltà di Scienze umanistiche) lui, imputato, M.R. (sempre 25enne) di Penne, studente di Ingegneria, entrambi domiciliati nel capoluogo, nello stesso edificio nel centro storico della città, ma in appartamenti diversi.

I due ragazzi, che si erano conosciuti non molto tempo prima, al termine di una cena trascorsa con altri amici studenti, si erano ritrovati da soli in una delle due abitazioni. Dopo i primi sguardi di intesa, si erano ritrovati a consumare un rapporto sessuale che, stando all’accusa, sarebbe degenerato in un atto non più consensuale. Da qui sarebbero scaturite le lesioni ai danni della giovane, (presa letteralmente a morsi dal partner) costretta pertanto a fare ricorso alle cure dei sanitari.

Di qui la denuncia alla Compagnia carabinieri dell’Aquila e l’indagine avviata con l’incolpazione di violenza sessuale e lesioni. Ieri il Pm, Roberta D’Avolio, al termine della requisitoria ha chiesto per l’imputato la condanna a 6 anni di reclusione e l’assoluzione dal reato di lesioni, avendo la parte offesa (uscita nel processo perché risarcita) ritirato la querela.

Secondo la ricostruzione ci sarebbero state 4 ore di rapporti sessuali tra i due ragazzi: la ragazza avrebbe chiesto all’amico di fermarsi, mentre per il giovane, secondo la tesi difensiva, (rappresentata dall’avvocato Elvio Fortuna del Foro di Teramo e da Giulio Michele Lazzaro del Foro dell’Aquila), tutto si sarebbe svolto in maniera sempre consensuale, o almeno così lo avrebbe percepito. Dito puntato dai due legali sulla circostanza che la giovane non ha richiesto alcun aiuto agli altri amici che, al contrario, infastiditi dalle urla delle effusioni dei due, avrebbero alzato il volume del televisore. Addirittura uno degli ospiti aveva chiesto anche di poter entrare nella stanza per prendere le chiavi di casa rimaste nella tasca della giacca della ragazza. Situazioni che sarebbero potute essere sfruttate dalla parte offesa per interrompere il rapporto sessuale sfociato, a suo dire, in una costrizione. Alla fine il Tribunale ha assolto il 25enne con formula dubitativa.

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