Biondi, prima intervista da sindaco:
le Fontari, le telefonate di Cialente e Adb
e il primo "avvertimento" a Tordera

Biondi, prima intervista da sindaco: le Fontari, le telefonate di Cialente e Adb e il primo "avvertimento" a Tordera
di Stefano Dascoli
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Martedì 27 Giugno 2017, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 09:38

L'AQUILA - Pierluigi Biondi, una vittoria, la sua, che assomiglia molto a quelle più celebri del suo amato Torino: tutta cuore, grinta e polmoni.
«E' stata una grande battaglia, di quelle che all'inizio sembravano impossibili. Ma poi siamo riusciti a portarla a casa con grande caparbietà, spirito di squadra e un attacco degno di nota. Non era semplice né scontato, ma ci abbiamo creduto dall'inizio».

Restando nella metafora calcistica, la sensazione è che la partita cominciasse con uno svantaggio corposo. E i sondaggi lo confermano. Alla fine ha vinto Biondi o Biondi è stato aiutato dalle faide altrui?
«Né l'uno né l'altro. Evidentemente sulla mia persona c'era gradimento, dimostrato dai 1.300 voti in più rispetto alle liste a dai duemila in più del ballottaggio. Dall'altro lato il Pd ha mostrato tutti i suoi limiti: dopo aver fatto una squadra molto forte, in larga parte derivante dal consenso della gestione del potere, si è chiuso in se stesso. Non è stato in grado di rappresentare le esigenze degli aquilani. Forse è proprio per questo che al secondo turno non si sono dati da fare, non hanno spinto e hanno tirato i remi in barca. Non hanno più nelle corde il ritmo della campagna elettorale».

Di Benedetto l'ha chiamata?
«Sì, ci siamo sentiti e visti. Gli ho chiesto collaborazione, nel rispetto dei ruoli. Su alcuni temi portanti si può marciare uniti, condividendo le strategie».

Anche Cialente ha alzato il telefono?
«Sì, ci siamo rincorsi ma alla fine ci siamo sentiti. Gli ho detto che sarei andato in Comune, per conoscere subito la macchina amministrativa e mettermi al lavoro, non si può perdere un secondo».

Chi si è fatto vivo dei cosiddetti big?
«Ancora non riesco a leggere tutto. Avrò almeno tremila messaggi da evadere. La cosa che mi è piaciuta di più è che mi ha chiamato gente normalissima al cellulare. Significa che il numero è di pubblico dominio, forse è stato uno degli elementi vincenti. Comunque è venuta la Meloni e mi hanno chiamato Brunetta e Matteoli».

Lei ha detto che la prima questione da risolvere è quella delle Fontari. Che farà?
«Subito, già domani mattina (stamattina, ndr) ho convocato l'amministratore del Ctgs e il direttore dei lavori Marco Cordeschi. Voglio capire a che punto è l'iter. In attesa dell'autorizzazione del Genio civile sulla questione strutturale credo si possano affidare i lavori e operare su tutto ciò che è di preparazione attendendo i pareri. Corriamo il rischio, se non procederemo a tappe forzate, di non aprire per la stagione».

L'altra grande questione è la sanità. L'obiettivo è un ospedale di secondo livello, come promesso anche dal centrosinistra?
«Il centrosinistra lo ha detto ma non lo ha fatto. E lo ha detto solo quando abbiamo sollevato il problema. Parlerò con tutte le parti in causa».

Anche con il manager Asl Tordera, che si è schierato contro?
«Certo, l'ho incontrato a una manifestazione sabato mattina. Gli ho detto che lo avrei chiamato per verificare insieme tutto. Gli ho detto anche che io sono abituato alla guerra di trincea: se vogliono fare qualcosa a danno dell'ospedale dell'Aquila si sono ricomprati un brutto cliente».

L'emergenza principale è probabilmente quella legata alle scuole. Cosa intende fare?
«Chiederò domani mattina (oggi, ndr) al dirigente competente di incontrarci con il comitato Scuole sicure e con il mondo dell'istruzione per capire la fattibilità della ricollocazione all'ex Sercom di tutti gli studenti che frequentano istituti con indici di vulnerabilità bassi. Cercheremo di capire anche cosa fare con il Musp della Dottrina Cristiana che si libera. Una ricognizione, insomma».

Nuova giunta: meramente politica, con il manuale Cencelli, o ci saranno inserimenti esterni?
«Ci sono dei settori importanti. Se i partiti sapranno indicare persone valide e adeguate bene, altrimenti si sceglierà al di fuori. Non è una questione di principio».

Una suggestione: l'amico di una vita, Guido Liris, vice sindaco. Plausibile?
«Dipende da ciò che farà Forza Italia, che il primo partito della coalizione. Liris è il più votato, se dovesse essere chi sarebbe più contento di me? In generale il Consiglio sarà una bella squadra, un giusto mix».

Governo nazionale e Regione contro. E' una congiuntura complicata, che intende fare?
«Ci piacciono le battaglie difficili. Non è la prima volta che contrasto fattori esterni contrari. So come rappresentare le esigenze della comunità. E sono sicuro che troverò ottimi alleati a Roma. E se c'è bisogno non escludo di fare cose sopra le righe».

I costruttori si sono già riallineati?
«Non ho parlato con nessuno.

Non ce l'ho con loro, né con gli imprenditori e i portatori di interessi. Purché tutto avvenga alla luce del sole, senza zone grigie e trasversalismi strani».

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