Roberto Giacobbo svela le sue "Città segrete"

Roberto Giacobbo svela le sue "Città segrete"
di Carmine Castoro
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Sabato 30 Maggio 2015, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 10:25
“Forse non tutti sanno che” è la rubrica della quasi secolare Settimana Enigmistica che stuzzica la curiosità di sapere, il leggero imbarazzo dell’ignorare, la legittima morbosità di calarsi in quella realtà che sembriamo possedere con lo sfoggio delle news dei media mainstream e che invece si vela pudìca, nasconde il suo cuore palpitante, il suo senso segreto. Non conoscere per difetto di indagine; non conoscere per la ripetitività dell’ovvio. Il mistero ha due facce, due velocità, come in quest’ultima fatica letteraria di Roberto Giacobbo, indiscusso leader televisivo di quei format che hanno fatto della cosmologia, dell’archeologia, delle attese millenaristiche, dei respiri aerospaziali come delle incandescenti profondità della Terra motivo di avventure, viaggi irripetibili, riletture incessanti della storia e della natura.



Mistero, dunque, come recesso o costellazione o pagina del passato preclusi allo sguardo umano; mistero come abitudine, spesso stanca e disincantata, nel vedere monumenti, quadri, preziosità architettoniche e museali senza però gli strumenti didattici e genealogici giusti per capire le ridondanze che, pur alla luce del sole, evoca tanta esibita bellezza. Come per Roma, una delle 8 città segrete dragate da Giacobbo dove sicuramente ci sfugge il perché di un vaso sulla destra della Fontana di Trevi meta di milioni di turisti, e dove in un cantiere sulla Salaria apparve all’improvviso un inquietante ossario mai nemmeno immaginato sotto la crosta stradale…



Su questo doppio binario eccelle come sempre la “gaia scienza” di Giacobbo, personaggio che si ama o si odia, si adora o si ripudia, a seconda se vogliamo intingere la precisione sintattica della razionalità negli sfregolanti odori della tv familiare, dei programmi di grande ascolto, o se, invece, la vogliamo lasciare nella intangibilità sapiente dei cattedratici, dei luminari e dei premi Nobel. Il Giacobbo vittima degli strali di Aldo Grasso, di Cecchi Paone, della Hack, di Tozzi e di altri divulgatori e professori di chiara fama, per l’eccessivo spazio dato a “leggende” o improbabili teorie da spazzare via d’un solo colpo, e per la verosimiglianza, tipica anche delle fiabe, rilanciata, però, come terreno solido di verità ficcanti e forbite, beh quel Giacobbo forse qui c’è molto meno. Perché l’elemento che colpisce del libro è una sorta di corpo a corpo con cancelli, botole, cripte, cunicoli, catacombe, fotogrammi, particolari di sculture, manoscritti, ricordi e aneddoti personali che rimandano un senso della vicinanza e della ricostruzione, e meno quella della parola fluttuante che deve avvincere al piccolo schermo le masse dei telespettatori.



Lo dice egli stesso sin dalle note introduttive: si astenga dalla lettura chi volesse considerare il libro un vademecum del perfetto viaggiatore, una guida turistica per dare senso e peso a una vacanza. La fatica delle ricognizioni a tutte le ore del giorno e della notte sono una cosa, l’effetto cartolina, un’altra. Certo, non manca un aspetto della trattazione talvolta troppo legato al miracolistico, al mitologico, a quell’appassionante tramandato tipico del soprannaturale o di mondi futuribili o esoterici che tanto piace a chi si bea di intrighi ufologici e cosmogonici. Ma c’è più una voglia di rendere il dettaglio filologico e il sacrificio dell’esploratore, spesso a sprezzo della propria incolumità o al riparo di certosine meticolosità, che il facile harripotterismo da sognatore delle galassie e delle civiltà sepolte.



Il risultato è uno scrigno fatto di tante piccole perle, che pagina dopo pagina ci rivelano un'immagine diversa e inaspettata dei luoghi che credevamo di conoscere. Come in una grande caccia al tesoro, scopriremo laghi sotto le metropoli, la leggenda di un fantasma in un famoso parco, documenti storici sul passaggio di oggetti volanti sconosciuti, tracce di ipotetiche Atlantidi, società segrete di giustizieri della notte, porte magiche, messaggi occulti, complotti, opere dal significato controverso nelle chiese più note, cripte piene di teschi, quadri fantasma, palazzi maledetti, cannibali, miracoli, veggenti… Scopriremo le ultime ipotesi sul sangue di San Gennaro e il Cristo Velato, il Cenacolo e la Battaglia di Anghiari.

E alla fine scopriremo anche che la vera traccia di tutto questo infra-mondo è il ringiovanimento e l’ammodernamento di una cultura antichistica e una vera e propria economia della bellezza, su cui ci aspettano le fondamenta di un nuovo modo di proporre il Belpaese a un mondo che ci invidia – a dir poco – tradizioni e radici dal sapore meraviglioso.



Roberto Giacobbo (Roma, 12 ottobre 1961) è conduttore di '”Voyager”, trasmissione di grande successo in onda in prima serata su Rai2. È stato autore di “Misteri” su Rai3, “La macchina del tempo” su Rete4 e autore e conduttore di “Stargate - Linea di confine” su La7, ex TMC. Il 24 settembre 2009 è stato nominato vicedirettore di Rai 2 con responsabilità per i programmi di divulgazione e per ragazzi. Fra i suoi libri pubblicati ricordiamo “Il segreto di Leonardo” (Rizzoli, 2005), “Le piramidi. Mistero e realtà” (Giunti, 2006), “Il ragionevole dubbio” (Giunti, 2007) e “Atlante dei mondi perduti” (Giunti, 2009). Con Mondadori ha pubblicato i bestseller “2012: la fine del mondo?” (2009), “Templari: dov'è il tesoro?” (2010), “Aldilà: la vita continua?” (2011), “Da dove veniamo? La storia che ci manca” (2012), “Conosciamo davvero Gesù?” (2013) e il romanzo “La donna faraone” (2014).



Roberto Giacobbo “Città segrete” (Mondadori, pagg. 178, euro 18)