Terrorismo, la Procura di Roma indaga 10 islamici

Terrorismo, la Procura di Roma indaga 10 islamici
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Martedì 13 Gennaio 2015, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 08:05

La Procura di Roma ha aperto un'indagine su alcuni stranieri di fede islamica residenti in Italia sospettati di avere legami con la Jihad. Sarebbero una decina le persone iscritte, secondo quanto si è appreso, nel registro degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

L'inchiesta Grande riserbo a piazzale Clodio sugli accertamenti coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone e dall'aggiunto Giancarlo Capaldo. Le indagini sono conseguenza dell'attività di monitoraggio di ambienti apparentemente sensibili ai proclami del fanatismo islamico. L'inchiesta è partita dal monitoraggio di internet. L'attività di osservazione ha riguardato conversazioni via web tra i soggetti interessati ed i loro accessi a siti integralisti ed estremisti. Secondo quanto si apprende i dieci non comporrebbero una cellula ma sarebbero considerati «cani sciolti».

A Milano Sono invece almeno tre le inchieste aperte in Procura a Milano che riguardano presunti fondamentalisti islamici.

E due di queste indagini, in particolare, vedono al centro delle donne: in un fascicolo è racchiusa la vicenda di Maria 'Fatimà Giulia Sergio, la giovane di 27 anni di origine campana partita nei mesi scorsi per andare a combattere in Siria, mentre in un altro procedimento è coinvolta una donna di origine straniera che attualmente si troverebbe in Medio Oriente.

Massima allerta Intanto, oggi pomeriggio al quarto piano del Palazzo di Giustizia nell'ufficio del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli si è tenuto un vertice, durato un paio d'ore, tra i pm dell'antiterrorismo (Basilone, Gobbis, Pirotta e Cajani), il comandante del Ros dei carabinieri di Milano, Giovanni Sozzo, il capo della Digos, Bruno Megale, e altri investigatori. «Non c'è alcuna emergenza milanese», ha voluto chiarire Romanelli ai cronisti, spiegando anche che la riunione era stata convocata la mattina del 7 gennaio scorso, prima degli attentati di Parigi. Un incontro che è servito a fare il punto sulle indagini aperte per i reati di «associazione con finalità di terrorismo anche internazionale» e di «arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale».

Le cellule Il fascicolo più risalente nel tempo, e che si avvia verso la chiusura, è quello in cui risultano indagati una decina di siriani, residenti da anni tra Cologno Monzese e Milano. Tra loro, Haisam Sakhanh, il presunto capo del gruppo che avrebbe reclutato combattenti e che è partito nel 2012 per la Siria, assieme ad altri, per la guerra contro Assad.

Giulia Sergio Un'altra indagine, invece, vede coinvolta Maria Giulia Sergio, la ragazza nata a Torre del Greco (Napoli) e che ha vissuto ad Inzago (Milano) e in Toscana. Si è convertita all'Islam assieme a tutta la famiglia (madre, padre e sorella), ha preso il nome di Fatima Az Zahra e ha sposato prima un marocchino e poi un albanese. Nel frattempo, ha intrapreso un percorso di radicalizzazione che l'ha portata, lo scorso settembre, a prendere un aereo da Roma diretto verso la Turchia. Attraversato il confine, sarebbe poi entrata in Siria per combattere a fianco degli integralisti del sedicente 'stato islamicò.

«Allahumma rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria su miscredenti», scriveva la donna su Facebook nel 2010. Ancora una donna, stavolta di origine straniera, infine, sarebbe coinvolta in un'altra indagine del dipartimento antiterrorismo. E si troverebbe anche lei in Medioriente. Oltre a pedinamenti, al contributo di fonti confidenziali e al monitoraggio sul web, la Procura si sta avvalendo negli ultimi mesi di intercettazioni «preventive» per «verificare ipotesi di terrorismo individuale, nonchè le segnalazioni, provenienti da svariate fonti, relative all'adesione-partecipazione allo 'stato islamicò».

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