Prendevano mazzette in cambio della concessione di licenze Ncc e bustarelle per chiudere un occhio su irregolarità e sanzioni commesse da tassisti romani. E' uno dei filioni dell'inchiesta su un vasto giro di illeciti, commessi nella capitale da due vigili urbani, che insieme ad altre 8 persone, tra cui tre dipendenti della Prefettura di Roma, sono stati rinviati a giudizio dal gup Massimo Battistini con accuse che vanno, a seconda delle posizioni, dalla truffa alla rivelazione di segreto d'ufficio, dal millantato credito al falso fino alla corruzione. Le posizioni di altri 11 indagati, invece, sono state stralciate, e lo stesso magistrato ha disposto per loro la trasmissione degli atti alla procura di Latina, giudicata competente in materia.
I VIGILI
Uno dei capitoli principali del procedimento riguarda l'attività di due vigili romani.
I DIPENDENTI
Un secondo filone del procedimento riguarda invece Annarita Nunzi, Maria Laura Roselli e Sabatino Coccoccia. Secondo la procura, i tre, tutti dipendenti della Prefettura di via Ostiense, accusati di truffa, avrebbero attestato falsamente la loro presenza sul posto di lavoro, timbrando il cartellino l'uno per l'altro.
Affidando il proprio badge personale al collega di turno, e incaricandolo di “strisciarlo” anche in loro assenza, i tre si sarebbero così garantiti ingressi ritardati e fughe anticipiate, dall'ufficio. Escamotage che, nel 2011, gli imputati avrebbero ripetuto in diverse circostanze.
IL POLIZIOTTO
Ancora differente la posizione di un altro pubblico ufficiale in servizio nella stessa Prefettura di via Ostiense. Stando all'accusa, l'uomo, essendo venuto a conoscenza di una indagine di polizia, avrebbe avvertito una sua conoscente, avvisandola di “fare attenzione”.