Mafia capitale, duello premier-Alfano: in ballo c'è la sorte del sindaco Marino

Mafia capitale, duello premier-Alfano: in ballo c'è la sorte del sindaco Marino
di Alberto Gentili
4 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Agosto 2015, 06:08 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 09:12

ROMA - Niente decreto per il Giubileo. E nessuna relazione del ministro Angelino Alfano su Mafia Capitale. Il governo rinvia ancora, come anticipato dal Messaggero, decisioni e provvedimenti per Roma. Ma questa volta Matteo Renzi fa una promessa: «Il 27 agosto, alle ore 12, abbiamo convocato un Consiglio dei ministri interamente dedicato alla Capitale. E li ci sarà la relazione del ministro degli Interni e verranno approvati una serie di pacchetti che riguardano Roma. In particolare quello sul commissario per il debito e quello relativo al Giubileo, più una serie di iniziative richieste dal Campidoglio».

LA STRATEGIA DI BUZZI

Il premier e segretario dem tiene a mettere nero su bianco che l'ennesimo slittamento non è legato alle rivelazioni di Salvatore Buzzi, il direttore d'orchestra insieme a Massimo Carminati di Mafia Capitale, che sta tirando pesantemente in ballo esponenti del Pd: «Vedo una strategia legittima e rispettabile da parte di alcuni imputati.

Ma ciò non cambia il nostro approccio, né la relazione del prefetto di Roma dopo l'accesso agli atti e quella del ministro». Insomma, Buzzi dice quelle cose per difendersi e «non cambia nulla riguardo i provvedimenti che riguarderanno Roma».

IL BRACCIO DI FERRO

Dietro al nuovo rinvio c'è però anche, e soprattutto, un inedito braccio di ferro tra Renzi e Alfano. E i due avrebbero discusso prima dell'inizio della riunione del governo. Il ministro dell'Interno voleva procede con la relazione su Mafia Capitale. Tant'è, che di buon mattino, aveva dichiarato: «Io sono tecnicamente pronto a portare la relazione in Consiglio dei ministri. Ma la decisione di come e se procedere è del governo. Quindi oggi pomeriggio decideremo insieme il da farsi».

LO STOP DEL PREMIER

Il premier invece ha chiesto tempo. E ha imposto lo stop. L'ha fatto perché Alfano nelle sue conclusioni avrebbe indicato due strade. La prima soft: lo spostamento dei 101 dirigenti e lo scioglimento del municipio di Ostia, come suggerito dal prefetto Franco Gabrielli. La seconda ben più dura per il sindaco Ignazio Marino: la messa sotto tutela del Campidoglio attraverso il controllo di alcune procedure amministrative da parte della Prefettura. Vale a dire, una sorta di commissariamento di interi settori dell'amministrazione capitolina. Ipotesi, però, che secondo alcuni tecnici «da ritenere ardua».

LA LINEA DEL VIMINALE

Ma proprio questa sarebbe la soluzione preferita da Alfano, che ha il partito romano schierato in armi contro Marino. Invece Renzi, che pur non amando il sindaco ha ormai benedetto il rimpasto e il rilancio della giunta comunale, sa di poter gestire solo la linea soft. Da qui lo scontro. E da qui la decisione di rinviare ogni decisione al 27 agosto con la formula di «necessari approfondimenti». Perché, come spiega una fonte accreditata, «finché sul Campidoglio grava almeno formalmente il rischio dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, il governo non può procedere agli atti amministrativi che riguardano il Comune senza attendere la relazione del ministro dell'Interno prevista dalla legge».

In Consiglio dei ministri, cominciato senza che ne fosse diffuso l'ordine del giorno, Renzi e Alfano hanno evitato duelli. Il ministro ha taciuto e il premier si è limitato ad annunciare che di Roma si parlerà in una riunione ad hoc. Quella, appunto, del 27 agosto. Spiegazione ufficiale: ci sono ancora alcuni provvedimenti da completare e limare, come la scelta del commissario al bilancio del Comune, la ripartizione dei poteri per la gestione del Giubileo e alcune deroghe da definire per la realizzazione delle opere per l'Anno Santo.

LE QUESTIONI APERTE

In parte è vero. Se infatti la delibera della presidenza del Consiglio per il Giubileo è praticamente pronta, il governo deve ancora varare il pacchetto di norme per la semplificazione delle procedure richiesto da Marino. Traduzione: alcune deroghe per l'assegnazione degli appalti per le opere pubbliche, in considerazione dei tempi ormai strettissimi (il Giubileo scatterà l'8 dicembre). In più c'è da mettere nero su bianco la distribuzione dei poteri: il Comune gestirà viabilità e accoglienza, la Regione la sanità, la Prefettura la sicurezza e l'ordine pubblico. E, come previsto ormai da tempo, al prefetto Gabrielli andrà il coordinamento del tavolo tecnico tra Campidoglio, Pisana e Prefettura.

OLTRETEVERE

L'ennesimo rinvio non è però passato inosservato in Vaticano, dove da tempo monta l'irritazione per i continui rinvii. Oltretevere teme che l'8 dicembre la Capitale non sarà pronta ad accogliere i milioni di pellegrini attesi per l'Anno Santo straordinario. Un timore condiviso con il Campidoglio.