Dal 3 maggio al Sistina, torna Rugantino, l’anima di Roma scherzosa e fiera

Dal 3 maggio la commedia musicale di Garinei & Giovannini è nuovamente al Sistina, con Michele La Ginestra e Serena Autieri. Il regista Piparo: «Un fenomeno unico, il pubblico non si stanca mai»

Rugantino al Teatro Sistina dal 3 al 26 maggio
di Katia Ippaso
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Venerdì 3 Maggio 2024, 05:55

Con la sua aria disincantata e i suoi indomabili ardori, Rugantino sa esprimere, della città di Roma, quel sentimento di eroica giovinezza che nessun’altra maschera ha saputo cogliere con lo stesso vigore. Il pubblico romano attende, così, con impazienza l’appuntamento annuale: per specchiarsi ancora una volta nei protagonisti di questa storia d’amore e morte ambientata nella Roma del 1830. Dal 3 maggio la commedia musicale di Garinei & Giovannini, ripresa filologicamente da Massimo Romeo Piparo, ritorna sul palcoscenico del Sistina, e i romani corrono al botteghino: dopo 10.000 biglietti venduti, il teatro annuncia che prolungherà di una settimana (fino al 26 maggio) le repliche dello spettacolo.

IL LIBRETTO

Nonostante i suoi 62 anni di vita, il mito di Rugantino non accenna dunque a tramontare. «Ho conosciuto nonni che hanno portato i loro nipoti, per far vivere ai più giovani ciò che avevano vissuto loro. Nel suo genere, è un fenomeno unico» commenta Massimo Romeo Piparo, 56 anni, da 10 direttore artistico del Teatro Sistina. «Così come Arlecchino racconta Venezia e Pulcinella esprime lo spirito di Napoli, Rugantino è il simbolo di Roma. Per questo, accanto a musical della grande scena anglosassone, ho cercato di proporre quasi ogni anno questa commedia musicale di Garinei & Giovannnini, prima con Enrico Montesano, da quattro anni con Michele La Ginestra. Il pubblico romano non si stanca mai di Rugantino perché dietro quella maschera di burlone nullafacente batte il cuore di chi è disposto a mettere in gioco la propria libertà e la vita stessa». Dal canto suo, Michele La Ginestra indossa la maschera di Rugantino con la naturalezza di chi ci è cresciuto dentro. «Da quando Garinei mi scelse per questo personaggio, era il 2001, sono passati più di vent’anni. Oggi ho la maturità per affrontare il personaggio cercando non solo le risate del pubblico, ma anche i momenti di commozione» commenta l’attore e romano, 59 anni. «Parliamo di un personaggio che esprime l’anima romantica e giocosa della nostra città».

Nei panni della bella Rosetta, di cui il protagonista si innamora perdutamente, al punto di sacrificare la sua stessa vita per lei, troviamo Serena Autieri. «Credo che la sua sia la migliore vocalità femminile di tutto il teatro musicale italiano, e ha prestato la voce a tanti brani di Trovajoli» continua Piparo, che di se stesso dice: «Non sono che un semplice custode di una grande tradizione».

GLI INTERPRETI

La singolarità dell’operazione Rugantino consiste nel suo rigore filologico. Con la regia di Garinei & Giovannini, che scrissero il testo con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Gigi Magni, musiche di Armando Trovajoli, scenografie di Guido Coltellacci, la commedia debuttò al Teatro Sistina il 15 dicembre del 1962. Interpreti di quella prima, storica edizione, erano Nino Manfredi, Lea Massari e Bice Valori. Autentico personaggio storico, quello di Mastro Titta, il boia di Stato, che nella versione originale era interpretato da Aldo Fabrizi, oggi affidato a Massimo Wertmuller: «Pur essendo un tagliatore di teste, Mastro Titta è una figura bonaria e simpatica» riflette l’attore romano, 67 anni, che si muove sul set del Rugantino come se rappresentasse ciò che ha di più caro al mondo. «In questa commedia parliamo tutti una lingua bella, aggraziata, una lingua che arriva direttamente dal Belli e passa per Gigi Magni, per arrivare a Gigi Proietti. Mi impressiona camminare nella scenografia di Coltellacci. Non esiste nessun altro spettacolo che ti permette di attraversare la Roma ottocentesca come se fosse tutto così vero». 

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