Perugia, sotto choc in ospedale: «Mi hanno violentata, ma non ricordo nulla»

Il pronto soccorso dell'ospedale di Perugia
di Egle Priolo
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martedì 18 giugno 2024, 15:55

PERUGIA - La paura peggiore. Per chiunque, ma per un donna di più. Essere aggredita, violentata e pure da uno sconosciuto. Con i ricordi che si accavallano, senza nemmeno riuscire a raccontare compiutamente l'incubo vissuto, rimasto incastrato tra il terrore e la confusione. Con la difficoltà di spiegare e spiegarsi. È così che ieri mattina all'alba si è presentata in ospedale una donna di 43 anni: ai medici a cui si è rivolta ha solo detto di essere stata violentata. È arrivata poco dopo le sei del mattino al Santa Maria della misericordia ed è andata direttamente al pronto soccorso, riferendo ai sanitari di aver subito abusi sessuali.

Da lì, secondo quanto si apprende visto il massimo riserbo dovuto alla delicatezza della questione, la donna – che risulta essere di origini spagnole – è salita nel reparto di Ginecologia e ostetricia dell'ospedale, dove ha chiesto di essere visitata. Perché un approfondimento dei professionisti dell'ospedale potesse confermare o smentire i suoi ricordi. La 43enne, infatti, pare sia apparsa molto confusa a chi l'ha vista ieri mattina e, oltre al suo racconto sommario, non sarebbe stato facile contestualizzare l'aggressione e la violenza che ha detto di aver subito. Le uniche certezze, in base alle sue parole, è che la violenza sia avvenuta nella zona di San Sisto prima di presentarsi in ospedale e che l'orco uscito dal buio fosse una persona a lei sconosciuta. Un uomo che l'ha presa e violata, evidentemente senza testimoni che possano aiutarla a ricostruire quanto accaduto. Perché anche lei, in base alle prime informazioni raccolte, non sarebbe stata capace di definire i contorni precisi del suo racconto, tanto da sentire la necessità di presentarsi in ospedale per ottenere le risposte che da sola non è stata in grado di darsi. Una visita ginecologica, insomma, per capire quanto le possa essere successo che l'ha così angosciata e traumatizzata.
Come da prassi, ovviamente, immediata dall'ospedale di Perugia è partita una telefonata di soccorso, con la richiesta di intervento arrivata ai carabinieri, che infatti si sono presentati al Santa Maria della misericordia per iniziare a svolgere i necessari accertamenti e per provare a capire cosa sia successo alla cittadina spagnola. Una presenza tra le corsie del Reparto che, nonostante l'orario poco trafficato ma di sveglia per tutti, non è ovviamente sfuggita ai presenti, mentre la voce della presunta violenza sessuale ha iniziato a girare tra le camere e le degenti. Un sussurro mentre si beve il tè con le due fette biscottate: non morbosa curiosità ma per esprimere solidarietà alla donna chiusa con i medici dietro qualche porta più in là.
Il riserbo imposto da una situazione del genere è chiaramente massimo, sia dell'ospedale che degli inquirenti, ma adesso è ovvio come partiranno le indagini dei carabinieri per ricostruire, verificare e dare un contorno al racconto e, poi, eventualmente un nome all'aggressore di cui la donna ha parlato.

Partendo dal dove per arrivare al chi. Il tutto, chiaramente, dopo la formalizzazione della denuncia da parte della 43enne: denuncia che ieri mattina lei non avrebbe ancora avuto la forza di fare. Probabilmente le è necessaria qualche ora in più per riprendersi da qualcosa vissuto letteralmente come un incubo, per riuscire a trovare le parole per farlo mettere nero su bianco su una denuncia. Per rimettere in fila i mattoncini dei suoi ricordi e aiutare i carabinieri ad aiutarla. Nella speranza ultima, magari, si sia trattato davvero solo di un brutto sogno e che non ci sia in giro un orco pronto ad approfittarsi di una donna sola e confusa.

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