PERUGIA - La paura peggiore. Per chiunque, ma per un donna di più. Essere aggredita, violentata e pure da uno sconosciuto. Con i ricordi che si accavallano, senza nemmeno riuscire a raccontare compiutamente l'incubo vissuto, rimasto incastrato tra il terrore e la confusione. Con la difficoltà di spiegare e spiegarsi. È così che ieri mattina all'alba si è presentata in ospedale una donna di 43 anni: ai medici a cui si è rivolta ha solo detto di essere stata violentata. È arrivata poco dopo le sei del mattino al Santa Maria della misericordia ed è andata direttamente al pronto soccorso, riferendo ai sanitari di aver subito abusi sessuali.
Da lì, secondo quanto si apprende visto il massimo riserbo dovuto alla delicatezza della questione, la donna – che risulta essere di origini spagnole – è salita nel reparto di Ginecologia e ostetricia dell'ospedale, dove ha chiesto di essere visitata. Perché un approfondimento dei professionisti dell'ospedale potesse confermare o smentire i suoi ricordi. La 43enne, infatti, pare sia apparsa molto confusa a chi l'ha vista ieri mattina e, oltre al suo racconto sommario, non sarebbe stato facile contestualizzare l'aggressione e la violenza che ha detto di aver subito. Le uniche certezze, in base alle sue parole, è che la violenza sia avvenuta nella zona di San Sisto prima di presentarsi in ospedale e che l'orco uscito dal buio fosse una persona a lei sconosciuta. Un uomo che l'ha presa e violata, evidentemente senza testimoni che possano aiutarla a ricostruire quanto accaduto. Perché anche lei, in base alle prime informazioni raccolte, non sarebbe stata capace di definire i contorni precisi del suo racconto, tanto da sentire la necessità di presentarsi in ospedale per ottenere le risposte che da sola non è stata in grado di darsi. Una visita ginecologica, insomma, per capire quanto le possa essere successo che l'ha così angosciata e traumatizzata.
Come da prassi, ovviamente, immediata dall'ospedale di Perugia è partita una telefonata di soccorso, con la richiesta di intervento arrivata ai carabinieri, che infatti si sono presentati al Santa Maria della misericordia per iniziare a svolgere i necessari accertamenti e per provare a capire cosa sia successo alla cittadina spagnola. Una presenza tra le corsie del Reparto che, nonostante l'orario poco trafficato ma di sveglia per tutti, non è ovviamente sfuggita ai presenti, mentre la voce della presunta violenza sessuale ha iniziato a girare tra le camere e le degenti. Un sussurro mentre si beve il tè con le due fette biscottate: non morbosa curiosità ma per esprimere solidarietà alla donna chiusa con i medici dietro qualche porta più in là.
Il riserbo imposto da una situazione del genere è chiaramente massimo, sia dell'ospedale che degli inquirenti, ma adesso è ovvio come partiranno le indagini dei carabinieri per ricostruire, verificare e dare un contorno al racconto e, poi, eventualmente un nome all'aggressore di cui la donna ha parlato.