Jacopo Vasamì, chi è il 17enne romano promessa del tennis italiano (e numero 8 del ranking juniores)

Numero 8 del ranking juniores, al Challenger di Monza si è messo in luce spingendosi fino ai quarti. Ha iniziato a giocare a 4 anni, ha lasciato casa a 12 anni per inseguire il suo sogno

Il romano Jacopo Vasamì esulta nel Challenger di Monza
di Emilia Mandi
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venerdì 18 aprile 2025, 13:39 - Ultimo aggiornamento: 27 aprile, 01:39

La pazienza che è nelle sue corde stride con la voracità dimostrata in campo negli ultimi giorni. Il tennista romano Jacopo Vasamì da un lato non vuole bruciare le tappe. Adagio, prima i tornei Juniores, in linea con i suoi 17 anni, poi tutto il resto. 

Dall’altro, quando si affaccia nel mondo dei grandi, dimostra che può entrarci senza tentennare, a testa alta. Al Challenger di Monza è arrivato quatto quatto, con passo felpato e una wild card: i riflettori non erano puntati su di lui ma ha sbaragliato la concorrenza spingendosi fino ai quarti di finale. E per lui è arrivato anche il secondo posto con FIlippo Romano nel doppio, specialità in cui i due vanno alla grande. 

Monza per Vasamì era appena il secondo Challenger giocato in carriera, dopo il primo main draw conquistato in quello di Barletta. Jacopo non aveva mai vinto in singolare nel tabellone principale in questa categoria di torneo. Ma guardandolo giocare non sembrava affatto, pareva molto più rodato: sicuro e consapevole, con un binomio servizio - dritto vincente e di spessore, Vasamì si è fatto strada con autorità, senza sgomitare. Prima ha rifilato 6-3 6-4 al britannico Paul Jubb (n.218), poi ha addirittura sovrastato con un doppio 6-4 lo spagnolo Martin Landaluce, n.154 e promessa di Spagna, non uno sconosciuto per lui: i due fino a quest’estate si allenavano insieme alla Rafa Nadal Academy. La sua classifica si è subito slanciata: entrato al torneo lombardo da 1137 del mondo, ora è 851. Un’ascesa, potenzialmente, appena iniziata.

Jacopo ha dimostrato di poter spalleggiare con disinvoltura con i primi 200. D’altronde nel ranking Juniores è il n.8. 


TRA SACRIFICI E SORRISI

Ma chi è Jacopo Vasamì? Mancino, nato ad Avezzano in provincia dell’Aquila - la mamma è abruzzese - il 19-12-2007, cresce nella Capitale. Inizia a prendere confidenza con la racchetta a 4 anni e mezzo al Tennis Parioli, poi 5 anni dopo si sposta al Club Nomentano alla corte di Fabrizio Zeppieri e Federico Lucchetti.

Talento precoce, nel 2019, a Brescia, trascina l’Italia (insieme a Andrea De Marchi, Yannick Ngantcha e capitan Luca Sbrascini) alla conquista della Lampo Trophy Nation Cup under 12, un titolo che mancava da 9 anni.  «Sono entrato a rete, ho chiuso la volée e siamo saltati tutti per la gioia. Un’emozione indimenticabile, eravamo troppo felici», sono state le parole di Jacopo sprigionate dopo quel successo, per lui indelebile, in finale con la Gran Bretagna.

A Firenze nel 2020 l’incontro con Joel Figueras, della Rafa Nadal Academy cambia la  traiettoria del romano: a 12 anni, accompagnato da mamma Concetta, si trasferisce alle Baleari, catapultato tutto d’un tratto in una realtà sfidante e diversa: lezioni scolastiche in mattinata, rigorosamente in inglese, ma con lo spagnolo sempre presente, e allenamenti dal tardo pomeriggio, tre ore al giorno. Dieci mesi all’anno a questi ritmi, i due rimanenti trascorsi in Italia seguito dal fido Zeppieri, il coach che l’aveva incoraggiato ad affinarsi in Spagna.

Una routine portata avanti fino all’anno scorso. Dopo il diploma si fa viva in Vasamì la voglia di tornare a Roma, per essere seguito a tempo pieno proprio dal suo storico maestro Fabrizio Zeppieri e dal preparatore fisico Alessandro Cesario. Una scelta dettata dalla volontà di farsi cucire un progetto addosso, uno esclusivo che gli calzi a pennello. E i risultati non si fanno attendere.

 

VICE CAMPIONE EUROPEO E TOP 10

Il secondo posto ai Campionati Europei under 18 di Oberpullendorf in Austria, a settembre, lo consacra: il primo italiano a raggiungere la finale in singolare agli Europei di categoria dal 1986 (il terzo di sempre), all'epoca a riuscirci era stato Omar Camporese. Jacopo diventa numero 74 del ranking. C'è ancora da scalare, ma il dislivello il romano lo affronta a passo spedito. A febbraio nel J500 del Cairo festeggia il primo titolo del 2025 - terzo in carriera dopo quelli vinti a Timisoara (J30) nel 2023 e a Salsomaggiore (J200) nel 2024 -, un successo che gli fa scavalcare 15 posizioni issandolo al n°12 del ranking, a un passo dall’agognata top 10, suo obiettivo dichiarato. Detto fatto. Passa una settimana e ecco arrivare anche il trionfo nel J300 di Casablanca: impeccabile, non lascia per strada neanche l’ombra di un set: sale al numero 6. 

JUNIORES DA GRANDI

Ora, numero 8, vuole pensare ancora a fare bene nella sua categoria Juniores. Anche da lì, d’altronde, si può provare l’ebbrezza del grande tennis: quest’anno all’Australian Open di categoria, la sua prima esperienza in uno Slam, raggiunge il secondo turno. Ma soprattutto ha  modo di allenarsi con Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti. Negli spogliatoi anche un incrocio di lusso, con Carlos Alcaraz. E non manca un osservato speciale da scrutare con cura, Jannik Sinner: Jacopo dichiara di rimanere impressionato da come l'azzurro prepara le partite. Il romano scandaglia l'ora e mezza di warm up del n°1 a cui ha il privilegio di assistere. Ora, custodite tutte queste esperienze, punta al Roland Garros: tappa di preparazione d’obbligo sarà il torneo Bonfiglio, una vetrina esclusiva per i migliori under 18. Si gioca al circolo Milano Bonacossa, una culla di campioni e tornei: lì sono nati gli Internazionali d’Italia. 

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