Non solo la sfida del Castellani di Empoli, è stato un weekend movimentato in casa Lazio, ed è iniziato sotto i peggiori auspici. Già nella serata del venerdì era stato diffuso sui social network un video di un preteso tifoso biancoceleste – il tassista Valerio – che si riprendeva nel telefonare al Presidente Claudio Lotito durante le semifinali di Europa League tra Tottenham e Bodo/Glimt. «Il Bodo è una squadra di pippe. Noslin è costato 18 milioni, l'ha voluto l'allenatore. Adesso mi ha detto di non sapere cosa gli sia successo, e che l’anno scorso era un fenomeno», sono soltanto alcune delle parole del numero uno biancoceleste, rilasciate in un colloquio all’apparenza informale, mentre la chiacchierata col patron biancoceleste veniva ripresa da un altro cellulare.
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Torna a parlare Bernabè
Come se non bastasse, nella mattinata del sabato è arrivato anche l’ennesimo video su Instagram dell’oramai ex falconiere Juan Bernabé. L’aquilifero ha spiegato quello che a suo dire sarebbe stato il vero motivo dell’allontanamento dal club, che non sarebbe da ricercare nelle foto divenute virali dopo l’operazione di impianto della protesi peniena, bensì nel suo essere a conoscenza di attività del club che avrebbero coinvolto dei minori all’interno del centro sportivo. A supporto dell’accusa lo spagnolo riportava, nella seconda parte del video, uno stralcio di una conversazione avvenuta a Formello tra Bernabé stesso e il ds della Lazio, Angelo Fabiani. Non contento, Bernabé ha pubblicato nella serata del sabato un secondo video, direttamente da Formello, definito il suo domicilio «fino a quando la giustizia italiana lo permetterà». L’uomo originario di Cadice si dice pronto a recarsi in Procura ed evidenzia di non aver paura di eventuali intimidazioni successive al suo scoperchiare un vaso di Pandora sulle pretese malefatte di casa Lazio.
La replica della Lazio
L’inevitabile risposta della società si è fatta attendere, ma è arrivata nel pomeriggio del sabato. C’è subito un gran lavoro per il nuovo Responsabile della Comunicazione, Emanuele Floridi. La Lazio ha pubblicato un comunicato dai toni fermi, perentori, intransigenti. «La S.S. Lazio, patrimonio collettivo della tifoseria biancoceleste, intende difendere con assoluta fermezza la propria immagine e integrità. Il Club ribadisce i propri valori fondanti e la storia ultracentenaria che lo rendono un simbolo sportivo e culturale. Ogni tentativo di intaccarne il buon nome sarà respinto vigorosamente, nell’interesse di tutti i sostenitori e della comunità romana che si riconoscono nei nostri colori», è l’inizio della nota comparsa sul sito del club. «La Società condanna con decisione le esternazioni diffamatorie e le velate accuse apparse in un video pubblicato nelle ultime ore dal sig. Juan Bernabé. Si tratta di un ex collaboratore già allontanato dal Club, che ha persino occupato abusivamente un immobile di proprietà della Società a Formello. Le dichiarazioni e le minacce di rivelare fantomatici “episodi interni” sono totalmente prive di fondamento e offendono ingiustificatamente l’onorabilità della S.S. Lazio. La Società non esiterà a tutelare la propria immagine in ogni sede opportuna contro chiunque tenti di infangarla con affermazioni false e strumentali», prosegue il testo. «Preoccupa fortemente la coincidenza temporale tra il video in questione e la recente diffusione non autorizzata di un video rubato contenente una conversazione privata del Presidente della Società. La S.S. Lazio rileva come questi episodi, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, possano far parte di un disegno orchestrato con l’obiettivo di destabilizzare l’ambiente biancoceleste in un momento cruciale della stagione. Un attacco coordinato di tale natura (…) viene ritenuto un fatto di estrema gravità» dalla società, che «rassicura tifosi e tesserati di aver già presentato formale denuncia alle autorità competenti. Si chiede di fare piena luce su questi accadimenti e di verificare l’eventuale esistenza di una vera e propria “cabina di regia” dietro tali tentativi di destabilizzazione. La S.S. Lazio confida nell’operato della Magistratura e delle forze dell’ordine affinché vengano individuati al più presto i responsabili di questi attacchi mediatici coordinati.