Italfutsal, Cesaroni e l'esordio:
«I miei idoli? Baggio e... Merlim»

Paolo Cesaroni
di Diego Cappelli
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Venerdì 9 Settembre 2016, 13:29
Tra le novità “iridate” dell’Italfutsal, spicca di sicuro il volto sorridente di Paolo Cesaroni. Che forse in pochi avrebbero dato in partenza per la Colombia e invece adesso è lì, con merito, a giocarsi le proprie chances e a toccare con mano (e piedi) un’esperienza unica, di quelle che da piccoli si possono solo sognare. Un sogno a due dimensioni perché per lui, cresciuto nel Pescara calcio al fianco di Marco Verratti, il Mondiale in Azzurro farà anche da apripista alla Uefa Futsal Cup che giocherà con la maglia del Real Rieti. Il meglio del meglio, insomma. Ogni tanto, forse, serve un pizzicotto per non perdere il contatto con la realtà ma poi, a mente lucida, si può solo pensare a dare il massimo in campo, per cercare di arrivare il più lontano possibile. Mettendo da parte l’emozione e lasciando spazio a quel Dna che trova sul 40x20 la sua sublimazione.   

CESARONI – «Lo ammetto, quando sono stato convocato al primo raduno non pensavo che sarei riuscito ad entrare nei ‘14’ però ero convinto di potermela giocare, quello sicuramente. Poi mi era capitato già all'Europeo di restare fuori, quindi avevo una motivazione in più: adesso posso dire di essermela giocata bene».

Mondiale e Uefa Futsal Cup, roba da far tremare i polsi di qualsiasi debuttante. «Ogni tanto mi chiedo se è tutto vero, però alla fine non ho tanto tempo per riflettere perché tra poco si parte e dobbiamo essere tutti concentrati per andare avanti il più possibile. E nella nostra testa resta un unico pensiero: quello di provare a confermare, e magari anche migliorare il terzo posto dell’ultimo Mondiale. Non sarà semplice, ma faremo di tutto per riuscirci». 

Già due reti nelle amichevoli di avvicinamento, l’ultima contro l’Azerbaigian nel primo e unico test colombiano. Un segnale importante e beneaugurante, a patto che sia rimasto “in canna” qualche gol per le gare che contano… «Sono felice dei due gol realizzati, sono il risultato di un lavoro che sto svolgendo a livello personale, ma soprattutto in relazione alla squadra e ai compagni. Segnare fa sempre piacere, ma l’aspetto più importante è che la squadra giochi bene e segua il mister. Però è ovvio, la speranza è di fare gol anche nelle partite ‘vere’, sarebbe un sogno nel sogno».

Adrenalina, emozione, tensione. Difficile descrivere lo stato d’animo di Paolo Cesaroni a tre giorni dalla ‘prima’. Ma ci proviamo. «Più che adrenalina o tensione c'è uno strano stato di felicità, perché sto partecipando a una manifestazione a cui pochissimi possono dire di aver preso parte nella loro carriera, noi siamo 14 su un’infinità di giocatori solo considerando l’Italia . Poi sicuramente un po’ di tensione l’avvertirò finchè non inizierà la partita: subito dopo, però, penserò: “mi sono allenato, stiamo facendo tutto bene, perché dovrei essere teso?”». 

Dal calcio al futsal, cercando di “rubare” qualcosa ai campioni. Il segreto, forse, sta tutto lì. «Quando giocavo a calcio il mio unico idolo è sempre stato Roberto Baggio, portavo anche i capelli come lui. Per me è stato il calciatore italiano più forte di sempre, non me ne vogliano i tifosi della Roma (e qui in Nazionale ce ne sono tanti..). Nel futsal ovviamente non ci si può non ispirare a Ricardinho, che è un giocatore di un altro livello, ma quando ho cominciato a giocare seguivo Marlim: un po’ mi viene da sorridere, pensando che ora è un mio compagno di Nazionale».

Tanti chilometri di distanza dall’Italia, un Mondiale che andrà seguito di notte, senza diretta tv, col caffè a portata di mano. Ma il calore dei tifosi azzurri si fa sentire forte, ed è perfettamente ricambiato. «Spero che ci seguano il più possibile, vogliamo riuscire a regalare loro tante emozioni perché se lo meritano».  
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