Pensieri e parole di una carriera che ha poi visto Luciani collezionare due presente in Coppa Campioni, punta di diamante di una carriera da professionista di tutto rispetto. Che Andrea, ad Ottavia non fa assolutamente pesare a nessuno. «Oggi, a 36 anni corro ancora dietro un pallone con la stessa voglia di allora, ma sicuramente con meno energie», racconta il centrocampista. Dall’Olimpico le esperienze calcistiche di Luciani sono passate anche per il San Paolo, Marassi, il Bentegodi, il San Nicola, il Barbera, il Conero di Ancona, l’Euganeo di Padova: stadi di serie A e B, che sono stati seguiti da impianti più piccoli, ma comunque paloscenici del calcio professionistico, come quelli di Teramo, Giulianova , Sora, Martinafranca, Pisa e Lucca. Infine, l'approdo nei dilettanti con le partite giocate a Civita Castellana, Todi, Orvieto, Campobasso, Chieti, Fregene, Montecelio, Civitavecchia, Montefiascone, Atletico Ladispoli e Aranova. «Ora c'è l'Ottavia, ma c'è anche sempre con la stessa voglia di giocare al calcio».
In un percorso così lungo (e improtante) però, non sono mancate le recriminazioni. «Le aspettative erano tante, i soldi da guadagnare ancora di più», rivela Luciani. «Ma ho avuto la colpa di sedermi e accontentarmi. Forse, anzi sicuramente, mi è mancata un po’ di determinazione, quella stessa determinazione che cerco di trasmettere in questi anni ai giovani, prima a quelli in età di Lega che sono in squadra con me e poi a quelli che seguo con la scuola calcio che conduco a Trevignano».
Saranno i 36 anni, sarà che Luciani ne ha viste tante, ma nei suoi ricordi, oggi Andrea riesce anche a cogliere un pensiere filosofico. «Fidatevi di chi ha visto il paradiso da vicino per poi navigare nel purgatorio e finire nell’inferno del calcio: per chi ama questo sport, il calcio resta sempre più bello del mondo. Ma è chiaro che ci vuole voglia e dimpegno».
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