Negli anni trascorsi da Pertini nella sua Savona, nel suo primo impegno politico, aggiunge Caretti, c'è il dna del combattente, caratteristica che mantenne anche al Quirinale: «L'uccisione di Aldo Moro, lo stragismo fascista, l'offensiva della mafia, una crisi economica con l'inflazione a due cifre e l'immagine dell'Italia precipitata all'estero.
Questo era il quadro in cui maturò la sua elezione e nel quale Pertini riavvicino l'opinione pubblica alle istituzioni e rilanciò l'immagine dell'Italia». Buona parte di questi risultati, spiega ancora Caretti, hanno origine negli anni giovanili dei quali si occupa il film, soprattutto quelli dal 1929 al 1943. La pellicola però sembra avere una strada in salita: non ci sarebbe stata per ora risposta positiva alla richiesta di finanziamenti alla Regione Emilia Romagna e ad Unipol, tanto è vero che la produzione potrebbe affidarsi a un crowfounding sul web per completare le riprese: quelle con la Sanda, che viene definita «innamorata» della sceneggiatura, sono state già girate ed il lavoro cinematografico dovrà fare compagnia alla mostra su Pertini che, sempre in autunno, sarà inaugurata a Palermo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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