Festa del Cinema, Barry Jenkins: «Vincere un Oscar cambia la vita»

Barry Jenkins sul red carpet (foto Paolo Caprioli/Ag.Toiati)
di Alessandro Di Liegro
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Domenica 21 Ottobre 2018, 21:50

«Vincere un Oscar un po' te la cambia la vita. Prima dovevi lottare per un sì, adesso invece devo saper dire di no». Barry Jenkins, premio Oscar per “Moonlight” - proprio quello dello scambio di buste incriminato con “La La Land” - è alla Festa del Cinema per presentare il suo “If Beale Street could talk”, tradotto in “Se la strada potesse parlare”, una storia di amore e diritti negati tratta dal libro di James Baldwin: «Sono un suo fan da quando ero all'università. È stata una mia ex ragazza a farmi conoscere il suo lavoro e ho da subito amato il suo modo di scrivere. In questo libro ho trovato la perfetta combinazione tra la sua vena romantica e un'altra critica contro il sistema». Nel libro – e nel film - il protagonista maschile viene ingiustamente accusato di stupro e la sua fidanzata, incinta, lotta per dimostrare l'innocenza del suo amato: «Baldwin lo scrive nel libro: le persone nere hanno una vita difficile, dalla fondazione dell'America e forse del mondo.
 

 

Nonostante la nostra sofferenza abbiamo comunque voglia di essere felici e di celebrare la belleza, ma dobbiamo anche sopravvivere». La volontà di Jenkins era quella di rispettare il libro quasi pedissequamente, persino nei vestiti dei protagonisti («La scrittura di Baldwin era così vivida nella descrizione che abbiamo lavorato per due mesi per riuscire a riprodurre in video il vestiario dei personaggi») e nei sentimenti più profondi che segnano l'essere afroamericano negli Stati Uniti: «Quando in una famiglia di colore nasce un figlio, i genitori non lo lasciano libero, ma lo proteggono. È un istinto naturale che è molto ben spiegato nel libro. Ho inserito una scena che non è nel libro, quella finale in cui parlano in carcere dove visivamente ho cercato di riprodurre la bellezza dell'amore – dice Jenkins – c'è molto giallo in quella scena così come all'inizio. Volevo sottolineare la forza delle famiglie afroamericane». Non si può non tornare alla notte degli Oscar: «È stato strano. Ci sono eventi piccolissimi che funzionano a meraviglia, per cui non potevo mai immaginare un errore agli Oscar. Quando hanno annunciato La La Land non ho pensato nulla, poi dopo ho avuto un black out totale e quando mi sono ripreso avevo un Oscar in mano». Vincere un Oscar, però, cambia anche un po' le opportunità per un regista: «Sì, solo un poco: prima dovevo lottare per avere un sì, ora devo sapere dire di no.
Ho avuto anche la possibilità di poter girare con Dave Franco, Diego Luna e Pedro Pascal che hanno accettato dei piccoli ruoli. È stato pazzesco poter lavorare con loro e scoprire che anche loro amano l'opera di Baldwin».

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