Callahan rimane paralizzato all’età di 21 anni in seguito a un incidente automobilistico dovuto al suo alto tasso alcolico e si rifugia così nel disegno. Diventerà famoso per le sue strisce considerate tabù e politicamente scorrette. Siamo nell’epoca di Reagan. «Certo nel libro di John c’è più di un riferimento alla situazione politica dell’epoca Reagan che ricorda quella di oggi, anche se quello che succede ora è incomparabile» ha detto il regista. E ancora il regista sceneggiatore, montatore, fotografo, musicista e scrittore statunitense: «Il film è il più vicino possibile alla biografia, anche se si concentra su un solo capitolo, quello legato all’incidente. La cosa curiosa è che John era, oltre che disegnatore, uno storyteller. Uno che cambiava versione sullo stesso fatto di volta in volta. Era una persona nota a Portland, certo non poteva fare sport, ma, proprio come si vede nel film, andava come un razzo con quella sedia su e giù dai marciapiedi».
Joaquin Phoenix torna a lavorare con Van Sant 25 anni dopo "To Die For". A chi gli chiede come si è preparato risponde: «Ho letto molte volte l’autobiografia di Callahan, ho visto poi sei ore di suoi filmati e incontrato diverse persone che hanno avuto lo stesso tipo di trauma, anche se per ognuno di loro è diverso». Nel film, che ha protagonista un Callahan tra ironia, malinconia e redenzione, troviamo il coach degli alcolisti anonimi, Danny (Jonah Hill), anche lui con capello lungo, e Rooney Mara nei panni di Annu, la fidanzata svedese di John. Una curiosità: su questo film, ritenuto "edificante" da Variety, sono piovute le critiche della Ruderman Family Foundation che si occupa dell’inserimento dei diversamente abili. Secondo la fondazione, la scelta di un attore non disabile è «offensiva per la comunità dei disabili, in quanto poteva rappresentare l’opportunità per far lavorare attori affetti da qualche forma di disabilità per interpretare personaggi che si trovano nello stesso stato».
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