Roberto Giacobbo si racconta e svela due misteri di Napoli

Roberto Giacobbo si racconta e svela due misteri di Napoli
di Francesca Cicatelli
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Giovedì 31 Gennaio 2019, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 13:44
Continua l'appuntamento di Rete 4 con la divulgazione in prima serata con il nuovo programma di Roberto Giacobbo, Freedom - Oltre il Confine. Ogni giovedì sera viaggi avvincenti, storie inedite e immagini mozzafiato dall'Italia e dal mondo. In occasione della settima puntata, in onda stasera 31 gennaio alle 21,25 su Rete 4, le telecamere di Freedom mostreranno un volto inedito di Napoli, che nel suo sottosuolo nasconde una delle città sotterranee più grandi del mondo. Roberto Giacobbo esplorerà la rete di cunicoli collegata alla Galleria Borbonica, fatta di antiche cave, immense cisterne e rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale. Le gallerie sotterranee di Napoli verranno mostrate attraverso le immagini esclusive registrate da un drone, che per la prima volta è riuscito a volare nel sottosuolo napoletano, nonostante gli spazi ristretti e le interferenze radio che fino ad oggi avevano reso impossibili tentativi simili. La Galleria Borbonica, inoltre, verrà esplorata in tutta la sua vastità e complessità attraverso una ricostruzione 3D realizzata grazie ad un'accurata nuvola di punti, eseguita con strumenti laser di ultima generazione. Sarà dunque possibile vedere per la prima volta l’orientamento di tutti i tunnel sotterranei rispetto ai palazzi della zona di Chiaia e di Monte di Dio. Roberto Giacobbo mostrerà anche le nuove aree ripulite dall'Associazione Borbonica Sotterranea e anche il momento in cui il presidente Gianluca Minin ha forato il pavimento di Palazzo Serra di Cassano per unire il percorso della Galleria a quello del rifugio anti-aereo dell’antico palazzo nobiliare. Infine il servizio sarà arricchito dalla preziosa testimonianza di una donna che, da bambina, ha vissuto questi ambienti in prima persona, per rifugiarsi dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Un percorso nel tufo e nella storia, che riassume molte pagine del passato di Napoli: dalle cave greche all'acquedotto seicentesco, dai ricoveri anti-aerei fino al deposito giudiziario di auto in funzione nel dopoguerra. Durante le riprese la produzione di Freedom è stata supportata dalla Fondazione Film Commission Campania, dall’Associazione Culturale Borbonica Sotterranea e dall’Associazione Culturale Interno A14.
 


 

È apparso nel video musicale Tieni il tempo degli 883. Come tiene il passo con il tempo e i tempi avendo sempre uno sguardo sul futuro e sul passato? 

«Mi diverte molto che questa fake news continui a circolare, nel video degli 883 c'è una persona, ma non sono io. Però l'ho fatto un video musicale, come musicale è la terra di Campania e Napoli, e a breve ci sarà una puntata di Freedom che parlerà di qualcosa di speciale legato a Napoli. Il video che ho fatto è stato insieme a Caparezza, era intitolato "La fine di Gaia", era un video sulla fine del mondo, ci siamo divertiti molto ed è stata un esperienza, ma quella, non quella degli 883».

Possiamo definire Napoli la capitale italiana del mistero? 
«Napoli sicuramente, se abbiamo girato più pezzi di varie puntate, è perchè dà molta ispirazione e molti spunti. E' tra le città più importanti dove cercare qualcosa di misterioso, ma del resto tutto questo si trova nelle città che hanno più cultura: più c'è storia, più c'è cultura, più c'è qualcosa da capire, più c'è qualcosa di nascosto e in questo Napoli si distingue».

Cosa ha scoperto a Napoli che Napoli neppure sapeva? 
«Le scoperte sorprendenti che si fanno a Napoli sono tantissime, a partire dalle tombe, non ti aspetti di trovare la tomba di Leopardi o di Virgilio, ma non ti aspetti neanche di trovare un coccodrillo mummificato o un dente di uno squalo gigantesco che si cibava di balene che arriva dalla preistoria. Insomma Napoli è ricca di sorprese e noi a Freedom ne racconteremo tante».

Spesso si fa ironia sul fatto che inculca dubbi più che risposte: come risponde a comici e delatori? 
«La scelta che ho fatto fin dall'inizio nel racconto del mio lavoro e del lavoro delle squadre che mi hanno seguito nel tempo è quello di fare domande e di andare a caccia di risposte. Non sono un professore, sono un appassionato che prende le notizie da chi le sa, da chi ha studiato una vita e le trasporta verso chi le vuole sapere. E' un rapporto quello con il pubblico da casa fantastico, all'inizio "ci siamo annusati", ci siamo conosciuti, quando abbiamo capito che ci si poteva fidare tutto è diventato più bello e più semplice, anzi molti spunti arrivano direttamente da chi ci segue da casa. Riguardo alle imitazioni fanno parte del gioco, mi diverto molto. Da ragazzo facevo un programma di satira in radio, so benissimo quindi come sono i meccanismi e rido e mi diverto insieme a tutti voi».

Vive continuamente avvolto in intrighi e misteri, la vita le appare invece qualcosa di lineare e prevedibile? 
«Nella vita è bello accettare quello che arriva. Pensare che tutto sia già deciso o sia già scritto nel destino renderebbe la vita molto noiosa. C'è sempre qualcosa di nuovo da affrontare, una giornata diversa, una cosa diversa, certe cose fanno molto piacere e certe cose fanno parte della vita e non ci si può sottrarre. E' bello vivere questa vita, siamo dei fortunati a stare qui e quindi dobbiamo goderci questo momento ogni minuto. Farsi delle domande e cercare le risposte può essere ottimo per divertire la mente. Gli occhi sono pieni di colori, le orecchie sono piene di musica, facciamo in modo che anche la mente ci dia delle belle soddisfazioni».

Cosa l’ha spaventata in tanti anni di interrogativi?
«Una paura avuta all'improvviso durante le riprese, beh paura no, sorpresa sì.
Sorpresa quando mi sono trovato per la prima volta sull'Isola di Pasqua, non riuscivo a chiudere gli occhi, non avrei voluto neanche sbattere le palpebre. Quando sono stato sul Grand Canyon, lì mi è venuto un aforisma, mi piace coniarne di nuovi, "Non bastano gli occhi per guardare". Ma nello stesso tempo quando ho sentito per esempio la storia di Gustavo Roll da persone che gli hanno voluto bene, la storia di quest'uomo, la sua onestà intellettuale, la sua sorprendente vita in rapporto con qualcosa di speciale della natura che forse dobbiamo ancora scoprire. Scoprire, capire, rimanere con la bocca aperta e con gli occhi sgranati, insomma non perdere il contatto con il bambino che è dentro di noi».

Passaggio da Rai a Mediaset: cosa ha rivoluzionato? 
«Nella vita è bello cambiare, rinnovarsi, ricominciare anche da capo. Io ho lavorato per esempio da giovane con tante radio, una che ricordo con tanto affetto è Rds. Poi ho cominciato a fare televisione, con emittenti private, sono approdato a Tele Montecarlo che poi è diventata La7, quindi in Rai, ma prima avevo fatto l'autore per altri canali Rai come Rai 1 e Rai 3, poi a Rai 2 come conduttore, adesso a Mediaset dove ero già stato come autore, insomma quello che ho fatto adesso non è un passaggio, ma uno dei tanti, fatto per crescere, per cambiare, per rinnovarsi, ma anche per una scelta di vita, dal lavoro dipendente sono voluto tornare alla libera professione, perché in questo momento avevo bisogno di questo. Talvolta cambiare è bello, è pieno di stimoli nuovi, e poi ho 30 collaboratori fantastici e ho cambiato anche una squadra, ho lasciato una squadra fortissima, ne ho trovata un'altra fortissima ed è bellissimo. Prima avevo 30 amici, adesso ne ho trovati altri 30, quindi ne ho 60. Ho molti più amici». 
 
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