Bambini, traumi e fratture: il gesso è sempre più un lontano ricordo

Bambini, traumi e fratture: il gesso è sempre più un lontano ricordo
di Luisa Mosello
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Venerdì 4 Settembre 2015, 21:20 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 15:25
Vacanze archiviate, riaprono le scuole. Ma per migliaia di ragazzi la voglia di muoversi, giocare e correre è ancora forte, quanto il rischio sempre in agguato di traumi e cadute. Per rassicurare genitori più o meno apprensivi e dar loro consigli utili è stato organizzato il Mese dell’Ortopedia e della Traumatologia pediatrica. All'interno del quale il professor Antonio Memeo dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano spiega come affrontare le patologie ortopediche più frequenti nell'infanzia e nell'adolescenza, appunto in caso di traumi da sport, cadute a scuola o problemi di tipo osseo.

Lo fa anche rispondendo alle domande via mail fino alla fine di settembre all'indirizzo ortopediainfantile@gpini.it. Fra le informazioni fornite, per esempio è bene sapere che non sempre è necessario ricorrere al gesso in giovane età. Il trattamento delle fratture nei bambini si è evoluto parecchio negli ultimi anni e oggi si cerca sempre meno di ricorrere alle immobilizzazioni spesso impossibili da mantenere nei piccoli "terremoti".

Esistono tecniche chirurgiche poco invasive che consentono ai giovani pazienti di riprendere in breve tempo le attività scolastiche e soprattutto (per loro) di tornare a giocare. Inoltre anche sui bambini si usano materiali innovativi: non più i vecchi “chiodi” ma materiali biodegradabili che non devono essere rimossi con una seconda operazione. I "tempi brevi" nel caso dei giovanissimi sono sempre fondamentali: difficile se non impossibile tenerli fermi a lungo per la loro irrefrenabile energia.

E per questo si sono molto accorciati i periodi di trattamento per prevenire e curare le sofferenze dei tendini e dei muscoli, soprattutto nella traumatologia dello sport che interessa gli adolescenti alle prese con partite di calcetto, corse ed esercizi fisici in quantità. Oggi si possono trattare direttamente queste forme dolorose che rischiano di ripercuotersi anche sull’accrescimento dell’osso e che prima si pensava fossero curabili solo con il riposo.

Poi per la ricostruzione dei legamenti è sempre più utilizzata la chirurgia mininvasiva che non intacca le cartilagini di accrescimento e riporta, sempre in breve tempo, la stabilità dell’articolazione, per esempio del ginocchio. E sono sempre più diffuse le tecniche di fissazione esterna, sia per allungare gli arti, che per correggere deformità e rigidità congenite o post- traumatiche. Per quanto riguarda la diagnosi pre-natale, oggi grazie alla nuova ecografia dinamica, è anche possibile diagnosticare patologie come il piede torto o la displasia congenita dell’anca per individuare in anticipo la terapia migliore da seguire.