Delusioni e ferite: le donne ne parlano, gli uomini no perché le debolezze fanno ancora paura

Un recente sondaggio della Carnegie Mellon University di Pittsburgh (Usa) dimostra che maschi e femmine hanno modi diversi di raccontare la propria vita: i primi non comunicano informazioni negative per paura del giudizio altrui

Delusioni e ferite: le donne ne parlano, gli uomini no perché le debolezze fanno ancora paura
di Antonio Caperna
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 07:45

Una promozione mancata sul lavoro, un’esperienza di vita da dimenticare.

Debolezze e fallimenti non sono “pezzi” della propria vita che ai maschi piace raccontare. 
Si può sintetizzare così la conclusione di uno studio della Carnegie Mellon University di Pittsburgh (Usa), della Bayes Business School inglese e dell’università Bocconi di Milano, pubblicato su Journal of Experimental Social Psychology. Il lavoro dimostra che i maschi, rispetto alle femmine, sono meno desiderosi di condividere informazioni negative di sé. Al contrario, fra lui e lei c’è poca differenza quando si tratta di dare un’informazione positiva.


LO STUDIO 

Per esplorare il gap di genere nella comunicazione, gli autori hanno condotto tre diversi esperimenti su oltre mille persone. «Mi sento morire al pensiero di dirlo ad altri» è il sentimento sondato dagli scienziati nel primo test. In altre parole, uomini e donne dovevano indicare le situazioni in cui avevano provato vera sofferenza all’idea di condividere un’informazione e riferire se poi l’avevano condivisa oppure no. È emerso che, sebbene donne e uomini riportassero un numero simile di casi in cui si definivano impazienti di comunicare informazioni positive, i maschi erano assai meno inclini a voler condividere informazioni negative. Gli altri due test hanno permesso ai ricercatori di misurare il desiderio di dire qualcosa, nonché la propensione a rivelare informazioni positive o negative su temi ed esperienze differenti.
«I risultati dei nostri studi - spiega Erin Carbone, docente del Dipartimento di Scienze sociali e decisionali della Carnegie Mellon University e prima autrice del lavoro - hanno messo in luce una coerenza, per quanto ne sappiamo non precedentemente identificata nella comunicazione di genere». Si è osservato cioè che «la tendenza delle donne a rivelare più informazioni rispetto agli uomini - aggiunge la ricercatrice - dipende in modo sostanziale dalla natura delle informazioni».
«I nostri risultati - fa sapere Irene Scopelliti, docente di Marketing e Scienze comportamentali della Bayes Business School - mostrano che il genere fa la differenza nel desiderio di divulgare informazioni negative e che gli uomini beneficiano della condivisione delle informazioni, o la patiscono, in modo diverso rispetto alle donne».


LE CAUSE 

Riflettendo sulle ragioni all’origine di questa comunicazione selettiva maschile, gli scienziati chiamano in causa una maggiore preoccupazione degli uomini su come gli altri potrebbero considerarli, con una conseguente tendenza ad «autopromuoversi». Pensando, come suggeriscono i ricercatori, che «se non lo dico, non è accaduto». Questa ricerca va ad affiancarsi ad un’altra analisi sul rapporto donna-uomo-insuccesso. I maschi, con difficoltà, riescono a gioire a pieno per le loro mogli o fidanzate quando hanno successo. Come riporta uno studio dell’American Psychological Association, l’autostima maschile può essere schiacciata quando la loro moglie o fidanzata eccelle, mentre questo non vale per le donne. Gli uomini sarebbero più propensi a sentirsi inconsciamente peggio quando la loro partner riscuote successo rispetto a quando fallisce. Sempre secondo i risultati del lavoro l’autostima delle donne non è influenzata da vittorie o sconfitte dei loro partner. 


L’AUTOSTIMA 

«Questa ricerca ha mostrato che gli uomini interpretano il successo della partner come il proprio fallimento, anche quando non sono in diretta concorrenza», commenta Kate Ratliff, ricercatore dell’Università della Florida.

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