Stolto sperare che indolenza e rassegnazione se li portino via. Nel passato è accaduto. Oggi il degrado che coinvolge colpe diffuse e stratificate e alle quali non siamo estranei noi che Roma l'abitiamo e la soffriamo insieme, sta compiendo una trasformazione epocale e potenzialmente irreversibile. Le autorità sono chiamate a un tavolo permanente e severo, determinato a un cambio di rotta. L'enfasi delle festività ci ha messo del suo e tutto sembra esplodere come un gioco d'artificio senza boati, senza lampi. Amareggia scorrere i capitoletti sul disastro nel tema da scuola elementare dell'autorevole New York Times. Un reportage che rilegge e fa sintesi delle nostre quotidiane denunce: una letterina che ci racconta l'ovvio. Ma anche il vero. Farselo dire da quello sguardo col sopracciglio alzato addolora. Non prendiamocela col radiologo, però. È la malattia che deve guarire.
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