I Casamonica insultano gli agenti a Roma: «Qui comandiamo noi». E scatta l'obbligo di firma

Gli individui di origine Sinti si sarebbero fatti gioco degli investigatori

I Casamonica insultano gli agenti a Roma: «Qui comandiamo noi». E scatta l'obbligo di firma
di Marco De Risi
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martedì 25 marzo 2025, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 13:08

Ancora una volta sono loro a distinguersi in quanto a sopraffazione e violenza. Hanno aggredito addirittura dei poliziotti, strattonandoli e impedendogli di fare il loro dovere in favore della collettività. Ecco che due Casamonica, G.C e N.C., dopo un’indagine della polizia durata mesi, sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia che li obbliga alla firma serale ad un commissariato. Devono rispondere di minacce aggravate e resistenza proprio nei confronti dei tutori dell’ordine. Una brutta storia dove gli individui di origine Sinti si sarebbero fatti gioco degli investigatori, come risulta dagli atti, minacciandoli al fine di volere affermare che il territorio dove abitano sarebbe di loro dominio. Sembra che la Procura avesse richiesto per gli imputati l’arresto e l’aggravante dell’agire con metodo mafioso ma poi l’accusa si è trasformata, forse non avendo trovato alcuni elementi, come ordinanza cautelare con l’obbligo di firma, comunque una misura pesante. Invece, in tempi recenti, sono stati tanti gli episodi dove i Casamonica sono stati accostati alla mafia.

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Questa indagine inizia la notte fra il 15 e 16 agosto quando i residenti di via Francesco di Benedetto, all’Anagnina, sono stanchi dalla musica ad alto volume che proviene da una villa dei Casamonica.

Era la mezzanotte inoltrata ma la musica non era stata abbassata. Ecco che viene richiesto “il semplice” intervento di una volante. Gli agenti sono tranquilli sanno che non devono fare altro che intimare ai proprietari di abbassare la musica e di identificarli. Insomma una cosa di “routine”. La pattuglia si presenta alla villa e capisce che si sarebbero trovati davanti i Casamonica. I due Sinti inquisiti avrebbero preso a male parole i poliziotti. “Che ci fate qua? Dovete andare via questa è casa nostra e comandiamo noi”, hanno gridato i nomadi agli agenti. Ma non si sarebbero limitati a fare questo. Avrebbero intimidito i poliziotti accerchiandoli, strattonandoli, spingendoli. Ecco che si è reso necessario l’intervento di un altro equipaggio per tutelare i colleghi ma l’atmosfera non sarebbe cambiata. “Non dovete più scocciare qui ci siamo noi. Basta con i vostri interventi. La musica è roba nostra e non l’abbassiamo”, avrebbero gridato i due Casamonica. Poi hanno rivolto agli agenti degli epiteti volgari e parolacce. I poliziotti di certo non hanno lasciato correre, non con poca difficoltà hanno messo di peso nelle auto i nomadi e li hanno portati al commissariato. Qui è stato stilato un rapporto e i due sono stati denunciati. Poi, è partita l’inchiesta per colpire i due Casamonica cercando di trovare il modo per ottenere due ordinanze cautelari in carcere ed anche il riconoscimento del metodo mafioso. L’accusa della Procura non ha retto del tutto ma è passato comunque un grave provvedimento: quello dell’ordinanza cautelare dell’obbligo di firma. Pochi giorni fa, i due nomadi sono stati bloccati portati in commissariato dove gli è stata notificata l’ordinanza. Un loro parente stretto fu arrestato per l’incursione al Roxy Bar a Pasqua del 2018. Fu un raid spaventoso. Quattro nomadi fecero irruzione nel bar ed oltre a danneggiarlo presero a colpi di cinta una disabile. Un fatto che fece scalpore. I colpevoli furono condannati ed anche con l’aggravante di avere agito con metodo mafioso.

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