Non è un semplice scambio, tantomeno un freddo baratto. Si chiama swap ed è l'ultima moda in materia di shopping e perfino divertimento.
La tradizione degli abiti scambiati tra amiche è, infatti, diventata regola del fare economia, ma soprattutto si è fatta moda, grazie al gioco di party ed eventi ideati per riunirsi e dare nuova vita ai guardaroba. La regola è antica: chi ha qualcosa che non indossa più lo mette in vendita al prezzo di un altro capo o accessorio. I pantaloni divenuti troppo stretti, le camicie venute a noia, il regalo mai indossato: nulla si spreca. Ciò che per una è vecchio, per un'altra è nuovo. Lo scambio diventa occasione della festa. Anzi, delle feste. Sono sempre più numerosi, infatti, tra case private e luoghi aperti al pubblico, gli indirizzi dedicati al baratto. Educa al riciclo anche i più piccoli, con laboratori ad hoc, Fashion swap & Chic Bazar, che sabato si terrà al Fleming Home.
Si scambiano abiti e scarpe - inclusi quelli per bambini - accessori e borse, rigorosamente in ottime condizioni e non passati di moda. Varie le tipologie: Casual, Kids Basic, per under 16, e Shabby Chic per le griffe. Ciò che non sarà scambiato sarà donato all'Associazione Salvamamme. Auto parcheggiate una accanto all'altra, portabagagli aperti a mostrare il contenuto, qualche cartello sui finestrini per sottolineare le offerte: sembra un parcheggio ma è un mercatino dell'usato allestito nell'auto il Car Boot Market, organizzato periodicamente alla Città dell'Altra Economia. Qui, il gioco dell'usato sembra conquistare pure i vip. «Molti nomi dello spettacolo - dice Eugenio Casadio Tarabusi, presidente Opificio delle Arti, che organizza il mercato - vengono per cercare oggetti di scena per cortometraggi e film. Tra i curiosi, non mancano attori, da Kaspar Capparoni a Daniela Terreri».
Si scambia pure al Baratto di Testaccio, negozio in cui sono soprattutto donne a portare oggetti. «Mi danno abiti e accessori che hanno amato molto, dai quali non vorrebbero staccarsi - racconta Debora, titolare con il marito - Riescono a lasciarli solo perché sanno che altre li useranno.