LA STORIA
Tutto inizia cinquantotto anni fa, nel 1967, quando Mario e Adolfina Altieri (scomparsi a 96 e 90 anni) aprirono la cartoleria dopo aver gestito per più di undici anni un bar in piazza in Lucina (quello famosissimo che oggi si chiama "Ciampini"). Mario, prima della guerra, aveva iniziato il suo lavoro con un bar nella sede della Scalera Film, la più grande casa di produzione cinematografica dell'epoca. Grazie alla sua amicizia con Alida Valli, Valentina Cortese (con la quale fu fidanzato per qualche mese) e soprattutto con Rossano Brazzi, ottenne addirittura un ruolo come attore nella prima edizione in bianco e nero di Tosca. Dopo aver sposato Adolfina, una giovane sarta della Maison Carosa a piazza di Spagna, si spostò in piazza in Lucina. Un lavoro massacrante quello del bar. Ma riscuoteva grande successo (Mario faceva anche il catering nelle case private, tipo a casa di Vittorio De Sica!). Nacquero le figlie Roberta e Susanna e Mario decise che quel lavoro, nel futuro, sarebbe stato troppo faticoso per le sue due ragazze. Così, in via del Leone, a pochi metri dal bar, cambiò vita aprendo una cartoleria. Non era ancora esperto in materia e prese come commessi due giovanotti di un'altra famosa azienda del settore, Vertecchi, i quali la mattina gli portavano le buste e i sacchetti di carta che usava al bar. Questo è l'inizio di una affascinante avventura commerciale che dura con successo ancora oggi.IL RIONE
Via del Leone sta nel vasto rione Campo Marzio. Mi limito a segnalare lo spicchio intorno alla cartoleria Altieri. Di fronte al locale c'è il famoso ristorante Matricianella. Non distanti altri ristoranti eccellenti: I due ladroni in piazza Nicosia, secondo me uno dei migliori a Roma, i classici Settimio all'Arancio e L'Arancio d'Oro, in via Monte d'Oro e via dell'Arancio, gestiti con passione dai fratelli Lino, Luciano (ahimè scomparso) e Luigino, Diandra cucina sarda in via del Leoncino e a qualche metro il fusion di Zuma. I magnifici Palazzo Ruspoli e Palazzo Borghese (sede del mitico Circolo della Caccia) fanno da sentinelle. Il mercato a Monte d'Oro è un polmone di veracità con di fronte la ottima macelleria Minozzi, la più romanista di Roma. Sulla piazza in Lucina, gli affollati ritrovi Ciampini e Vitti, la Basilica dove mi sono sposato, il Comando Provinciale dei Carabinieri, una Edicola eroica e una mitica Farmacia. Più attività commerciali di livello: da Fendi a Banchetti Sport, Pineider, Schostal, la sartoria Sagripanti, l'ottico Astrologo, i golf di Glengarry, Brooks Brothers, l'ex cinema Corso/Etoile ora Vuitton, insomma un coacervo scintillante di storia, tradizione e globalizzazione chic.GLI UFFICI
Ma torniamo alle sorelle Susanna e Roberta Altieri. Mi raccontano: «Iniziammo a lavorare nella cartoleria dei nostri genitori finendo il liceo e iscrivendoci all'università. Rimanemmo subito ammaliate da quel luogo magico. Le buste, la carta, le penne, le agende. Da noi passava il mondo intero. Qui intorno era pieno di uffici che si rifornivano da Altieri. Cominciammo a diversificare l'offerta negli Anni 80 e 90. Oltre ai prodotti classici aggiungemmo l'oggettistica, gli zaini, insieme ai prodotti tipici del Natale e del Carnevale. Fummo i primi a esporre alberi di Natale sintetici, venivano addirittura con i camion a prenderli per venderli in Sicilia». Chiedo se negli ultimi anni il mondo della carta stia avendo problemi. Loro sorridono. «No, bisogna sfatare questa falsa leggenda. La cartoleria è apprezzata più adesso di prima. Perché i clienti amano sempre di più scrivere. Comprano penne, agende, blocchi. L'agenda, per esempio, è amata perché lì sopra riconosci la "tua scrittura a mano" non quella fredda digitata su di un computer. Oggi la cartoleria è una sorta di paese dei balocchi per una clientela alta, avvocati, notai. Soprattutto uomini, il 90% dei nostri clienti è formato da uomini».Ci scherzo sopra: «Allora è un paradiso anche per le due proprietarie donne» Loro sorridono. In maniera educata. Roberta e Susanna sono educatissime. E riprendono il fiume del racconto: «Sul serio, qui è passato il mondo. Veniva Nilde Iotti. Veniva Indro Montanelli. Veniva anche il presidente Andreotti che aveva il suo studio qui accanto. Adorava rifornirsi di pennarelli. E veniva il suo amico Ciarrapico che comprava una enormità di blocchi di carta. Adesso viene l'avvocato Giulia Bongiorno. E poi tante persone dello spettacolo. Veniva Aroldo Tieri con sua moglie Giuliana Lojodice. Viene Sabrina Ferilli con la quale siamo diventate amiche, dice che le abbiamo portato fortuna quando andò a Sanremo. Viene Paolo Sorrentino, una persona squisita. Siccome durante il Covid le cartolerie erano aperte, arrivava con la mascherina. E vengono tantissimi americani, vanno matti per le penne stilografiche. Anche quelli giovani. Mentre i giovani italiani si avvicinano alla cartoleria intorno ai 35 anni, quando hanno un lavoro stabile, non prima. Tanti anni fa entravano anche delle signore anziane dedite ai "furtarelli". Fece notizia una di queste signore che in un negozio qui accanto, Tupini, portò via un piatto d'argento nascosto sotto la pelliccia». Ridono. E io chiedo: «Ma voi amate il vostro lavoro?». Risposta secca: «Ne siamo innamorate. Quando ci troviamo in una città all'estero andiamo a visitare le cartolerie locali. Quando un rappresentante ci porta nuovi prodotti li prendiamo quasi tutti. Le penne fanno impazzire anche noi. È un mondo incantato il nostro. A contatto con persone che sono legate a significati solidi. Il mondo della carta e della scrittura non morirà mai».
MATITE
Queste parole mi fanno tornare in mente mio padre Steno. Un giorno mi confidò che se mai avesse smesso di fare il regista avrebbe voluto aprire una cartoleria. Lui da giovane era stato un grande disegnatore. Amava le matite. E fino alla fine scrisse principalmente le sue sceneggiature a mano. Per lui lavorare tra fogli di carta, buste per le lettere e stilografiche era un vero e proprio sogno. Morì troppo presto per poterlo esaudire.Lo hanno esaudito, invece, le sorelle Altieri. Che si vogliono bene come dovrebbe sempre essere tra sorelle e fratelli. Che ringraziano i genitori per avere illuminato la loro vita. Che proseguono una sorta di artigianato di famiglia denso di valori. Due persone bellissime. Gentili, simpatiche, con il sorriso sulle labbra. Io le conosco da molti anni e ogni volta che entro nel loro negozio provo qualcosa di speciale. Perché ti sanno accogliere con affettuosa professionalità. Forse aveva ragione Papà. Quando smetterò di fare il cinema aprirò una cartoleria. Un mondo incantato come dicono Susanna e Roberta. Una favola antica che non finirà mai.
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