Roma, fallimenti pilotati ed evasione fiscale: sequestrati beni per 11 milioni di euro

(Foto di Luciano Sciurba)
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Giovedì 16 Giugno 2016, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 13:15

Beni mobili e immobili per oltre 11 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Roma nell'ambito di un'inchiesta su fallimenti pilotati ed evasione fiscale. Il sequestro è scattato nei confronti di Fernando Mancini, noto imprenditore di Nettuno, a seguito di accertamenti economico-patrimoniali «che hanno evidenziato - si legge in una nota della Guardia di Finanza - la notevole sproporzione tra l'immenso patrimonio nella sua disponibilità e i redditi dichiarati». Ammonta, infatti, ad oltre 11 milioni il valore dei beni immobili e mobili sequestrati, in esecuzione di un decreto emesso, ai sensi della normativa antimafia, dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri.

 
Si tratta di tre autoveicoli, 19 conti bancari, quote di maggioranza di 12 società, un lussuoso stabilimento balneare, una rivendita di sigarette e 109 unità immobiliari, tra cui una villa di circa 400 metri quadrati con piscina, 38 appartamenti, 44 magazzini/garage, 8 capannoni industriali e 18 terreni. Il provvedimento scaturisce dalle indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno che hanno preso avvio dall'operazione "Domus Aurea", nel corso della quale, spiegano i finanzieri, la figura di Mancini sarebbe emersa «tra i protagonisti di un sodalizio criminoso costituto da 13 persone, dedito ad ingenti truffe ai danni di imprese e all'evasione fiscale per importi rilevanti, i cui proventi erano reinvestiti in imprese edilizie ed attività turistiche che venivano intestate artificiosamente a società costituite ad hoc e a "teste di legno"».

Secondo gli investigatori le truffe, che si realizzavano con l'emissione di assegni non solvibili o cambiali mai onorate, sarebbero servite all'imprenditore per «l'ammodernamento di un lussuoso stabilimento balneare andato distrutto in un incendio, nonché per la costruzione, a Nettuno, di 5 palazzine di alloggi residenziali, per un totale di oltre cento unità immobiliari». Le società fittizie, inoltre, secondo gli investigatori sarebbero anche servite per «l'ottenimento di indebiti vantaggi fiscali essendo funzionali a un giro di fatture per operazioni inesistenti di oltre 2,4 milioni di euro, che ha consentito di evadere l'Iva per oltre 500 mila euro». L'indagine aveva portato all'arresto dell'imprenditore e al sequestro preventivo ai fini della confisca per equivalente di immobili, denaro, titoli di credito fino alla concorrenza di 600 mila euro.

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