Referendum, D'Alema: irresponsabile il voto ora

Massimo D'Alema e Guido Calvi
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Lunedì 5 Dicembre 2016, 02:08
«Il Capo dello Stato darà l'incarico a una personalità che lavorerà a misurare le disponibilità per un governo necessario al paese. Si dovrà verificare il senso di responsabilità delle forze politiche e credo che ci sia una maggioranza in Parlamento che non intenda favorire lo scioglimento irresponsabile delle Camere. Andare a votare ora sarebbe irresponsabile anche perché la Consulta deve ancora pronunciarsi sull'Italicum. E mi auguro che l'assunzione di responsabilità possa essere la più ampia possibile». Lo afferma Massimo D'Alema commentando il risultato del referendum.

«Gli italiani hanno voluto affermare un principio, ovvero che le regole fondamentali non possono essere imposte da una maggioranza di governo. Chi ha vinto? Ha vinto il popolo italiano perché secondo me ha ristabilito il principio che la Costituzione non può essere alla mercé della maggioranza del momento. Se non ci fosse stata una parte significativa del centrosinistra per il No noi avremmo lasciato questo risultato nelle mani della destra e del M5S», ha affermato ancora l'ex premier dalla sede del Comitato "Scelgo No". 

«Non mi pare che abbia parlato in alcun modo di dimettersi da segretario e poi i problemi del segretario del Pd li affronterà il Pd, ora questo voto ci dice altro», ha continuato D'Alema. Cosa succederà ora? «Immagino che ora il presidente della Repubblica debba in un tempo rapido dare l'incarico per nuovo governo. C'è una maggioranza parlamentare che ha votato no che ha assicurato il suo sostegno ad un futuro governo perché ci sono molte cose da fare dalla legge di bilancio all'emergenza terremoto», ha sottolineato D'Alema. «Non sarebbe responsabile andare a elezioni in questo momento caotico. Sull'Italicum pende un ricorso alla Consulta e lo stesso premier ha parlato della necessità di rivederlo. Ora la legge elettorale sarà il frutto di un dialogo rispettoso tra i diversi partiti. Gli italiani hanno voluto anche affrontare un principio: le regole fondamentali non possono essere imposte».

«Io non competo per nessun incarico, lo farà una generazione nuova. Bisogna lavorare per ricostruire
l'unità del Pd ma su base nuove. Un certo disegno neo centrista, del partito della nazione, è stato battuto assieme alla proposta di riforma», ha rilevato poi l'ex premier confermando che, nei prossimi giorni, tornerà a Bruxelles a dirigere la Fondazione Italianieuropei. «Il Pd deve tornare ad essere il Pd essendo chiaro che non è
il partito di Renzi. Naturalmente Renzi è una forza fondamentale, io non voglio togliergli spazio, era lui che
voleva rottamare gli altri, spero che questa passione gli sia passata», ha sostenuto ancora D'Alema.

«Capisco l'amarezza. Con molta dignità il presidente del Consiglio ha tratto una conclusione politica», ha poi detto ancora D'Alema riferendosi alle dimissioni del premier.


 
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