Governo, 3 miliardi per ridurre le tasse
in busta paga: un bonus a metà anno

Governo, 3 miliardi per ridurre le tasse in busta paga: un bonus a metà anno
di Giusy Franzese
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Lunedì 14 Ottobre 2013, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 15:59
ROMA - L’asticella qualche volta sale e altre scende. Ma di fatto per l’operazione cuneo fiscale nel 2014 il governo non riesce a racimolare pi di 5 miliardi di euro, forse si fermer a 4,5.

Saranno comunque i lavoratori dipendenti con stipendi sotto i 55.000 euro lordi l’anno a usufruire dei benefici della riduzione delle tasse. È a loro che si pensa di destinare i due terzi del plafond totale per questa voce, circa tre miliardi di euro. Le imprese, per il momento, si dovranno accontentare della fetta minore. Con una certezza, però: l’operazione riduzione cuneo fiscale continuerà nei prossimi anni. Sicuramente fino al 2016. Il governo ha intenzione di metterlo nero su bianco nella legge di stabilità che varerà domani. Con tanto di cifra corrispondente ad ogni anno (3 miliardi nel 2015, altri 3 nel 2016). Il totale spalmato nel triennio, quindi, potrebbe anche superare quei 10 miliardi chiesti a gran voce da Confindustria e sindacati.



LO STIPENDIO DI GIUGNO

Stando alle tabelle elaborate dal dipartimento finanze del Ministero dell’Economia sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2012, i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 55.000 euro lordi sono quasi 20 milioni. Attraverso il meccanismo delle detrazioni Irpef, la loro busta paga di giugno (o al massimo quella di luglio), sarà più pesante. Di quanto? Molto dipenderà dall’effettiva platea dei beneficiari. Di questi 20 milioni, infatti, quattro sono i cosiddetti lavoratori dipendenti incapienti. Coloro cioè che, guadagnando meno di 8.000 euro l’anno, rientrano nella ”no tax area“ e quindi non sono tenuti a presentare dichiarazione dei redditi. Saranno tra i beneficiari delle riduzioni delle tasse? E, nel caso, con quale meccanismo? Per ora non ci sono risposte certe. Per il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, la questione nemmeno si dovrebbe porre: «Spalmare cinque miliardi su tutti i lavoratori e tutte le imprese serve a poco: meglio concentrarsi da una parte sugli incapienti e dall’altra sull’Irap e sulla deducibilità degli utili reinvestiti» ha dichiarato qualche giorno fa.

La cifra netta che il lavoratore potrebbe trovarsi (in un’unica tranche) nella busta paga di metà anno, cambierà a seconda della platea. Se ci rientrano gli incapienti sarà di 150 euro, altrimenti lieviterà fino a 185 euro. Sono esclusi dal beneficio i pensionati: a garantire loro un minimo di sollievo sarà lo sblocco dell’indicizzazione che, secondo quanto promesso dal ministro Giovannini, riguarderà le pensioni fino a sei volte il minimo.



IL MENU’ PER LE AZIENDE

Con due miliardi non si possono fare miracoli. Allora meglio ”potenziare” alcune misure già in atto, così da moltiplicarne l’effetto. È il caso delle deduzioni Irap legate ai contratti a tempo indeterminato. Su questa voce già la legge di stabilità dello scorso anno (con effetti a partire da gennaio 2014) ha messo un miliardo (le deduzioni partono da 7500 euro annui a dipendente e arrivano a 21.000 euro nel caso di under 35 e donne nelle regioni svantaggiate). Il nuovo provvedimento aumenterà la dote e quindi le deduzioni. Sulla linea del ”potenziamento” anche le agevolazioni per gli utili reinvestiti, e gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Va avanti anche l’ipotesi di ridurre i contributi Inail alle aziende virtuose, aumentando quelli per chi ha un’alta incidentalità.
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