Aereo caduto in Sinai, gli esperti: l'Isis non ha armi così potenti

Aereo caduto in Sinai, gli esperti: l'Isis non ha armi così potenti
di Marco Ventura
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Venerdì 20 Novembre 2015, 23:54 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 11:11
ROMA Un video con la sagoma di un aereo che galleggia scuro nell'aria finché si apre in una grande fumata nera e precipita. L'immagine traballa, è sfocata. Poi fotografie, sventagliate di tweet, un comunicato con la rivendicazione. Lo staff della comunicazione del Califfato non dorme mai e si appropria anche del disastro del volo 7K9268 di Metrojet. La traccia captata dal sito “Flightradar24” è impressionante, s'interrompe come una montagna russa con la discesa nel vuoto. In verticale. La notizia della sciagura rimbalza nel mondo insieme al sospetto dell'azione terroristica. Anche perché nella zona in cui l'aereo russo è precipitato, l'esercito egiziano fronteggia le bande nere della “Wilayat Sinai” o “Provincia del Sinai”, nome assunto dai jihadisti di “Ansar Bayt al-Maqdis” un anno fa, quando si sono uniti all'Isis di Al-Baghdadi.



LE IPOTESI



Possono essere stati loro a colpire l'apparecchio, 23 minuti dopo il decollo? «No», trancia Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali. «Se volava a 31 mila piedi d'altezza, il tipo di missili lanciati dai Manpads dei militanti non sarebbe riuscito neanche a “vederlo”, né a cercarne la fonte di calore. Troppo alto». Nessun dubbio che i guerriglieri del Sinai siano dotati di Man Portable Air Defense Systems, ossia lanciamissili anti-aerei a spalla. Ma Charlie Winter (Quilliam Foundation di Londra) è lesto a twittare: «L'aereo è precipitato a 31mila piedi. L'Is in Sinai ha Manpads capaci di arrivare a 15mila». La metà. Neanche 6mila metri d'altezza. E allora perché Air France-Klm e Lufthansa hanno deciso di sospendere i voli sul Sinai? Prudenza.

IL WEB



Intanto c'è la rivendicazione dell'Isis attraverso uno dei siti-satellite: «Soldati del Califfato sono riusciti ad abbattere un aereo russo sopra la Provincia del Sinai con almeno 220 crociati russi a bordo. Sono stati tutti uccisi, grazie a Dio. O russi, voi e i vostri alleati prendete nota: non siete al sicuro sulle terre o nei cieli dei musulmani». E poi: «L'uccisione di decine di persone ogni giorno in Siria sotto le bombe dei vostri aerei vi porterà dolore. Proprio come voi state uccidendo, sarete uccisi. Se Dio vuole». Il gruppo di neo-affiliati egiziani all'Isis ha colpito duramente nel luglio 2014, uccidendo soldati di Al-Sisi. Esperti della rivista militare Usa “Janes” riferirono di video nei quali i militanti islamisti manovravano uno speciale Manpad Igla, gittata 10mila piedi.

I TEDESCHI



Tre mesi dopo, è stata l'Intelligence tedesca a lanciare l'allarme sui combattenti dell'Isis che nel Nord Iraq sarebbero entrati in possesso di armamenti in grado di tirare giù aerei civili. Il servizio di sicurezza federale BND ha illustrato le nuove capacità militari dell'Isis in briefing riservati. I Manpads proverrebbero dagli arsenali siriani caduti in mano ai jihadisti e sarebbero di fabbricazione russa . Ancora più preoccupanti le notizie proprio dal Sinai lo scorso luglio, in base a foto che ritraeggono i combattenti coi Manpads. I report dicevano che i militanti erano ormai in grado di abbattere anche gli aerei israeliani lungo il confine del Sinai, col rischio di provocare incidenti diplomatici tra il Cairo e Gerusalemme.

LE IMMAGINI



Daveed Gartenstein-Ross (Fondazione per la Difesa delle Democrazie con base a Washington) aveva parlato di «una di quelle cose che possono molto rapidamente trasformarsi in qualcosa di orribile». Le foto ritraggono lanciamissili a spalla anti-aerei «di seconda o terza generazione» secondo Matt Schroeder, ricercatore della Small Arms Surveys di Ginevra, think-tank specializzato in questo tipo di armamenti meno invasivi ma terribili se usati da terroristi. Notizia cruciale quella dell'abbattimento in Iraq, vicino a Baiji, di un elicottero iracheno (morti i due dell'equipaggio). In Sinai, poi, gli 007 monitorano da tempo, almeno dal 2012, le vie del traffico d'armi dalla Libia all'Egitto. Per dirla ancora con Gartenstein-Ross: «Non sappiamo realmente che tipo di missili aria-terra possano avere, ma è chiaro che si tratta di armi in grado di fare parecchi danni».