Attilio Fontana vicino al bis al Pirellone. Ma con un problema: se Fratelli d’Italia vince troppo in Lombardia, annichilendo la Lega, la nuova giunta Fontana sarà nelle mani degli uomini di Giorgia Meloni. I quali a Milano già chiedono due assessorati chiave, oltre che la vicepresidenza della Regione: le Infrastrutture e la Sanità. Soldi, tanti soldi, e infinito potere.
Attilio Fontana, chi è
Fontana il leghista a sua volta sa che deve impegnarsi, lui come tutti i colleghi di partito ma lui in una posizione privilegiata se sarà ancora presidente lombardo, per l’autonomia.
LA BIOGRAFIA
E’ nato a Varese il 28 marzo 1952, ed padre di tre figli: Maria Cristina, Giovanni e Marzia. Si è laureato in Giurisprudenza nel 1975 a Milano ed è avvocato penalista titolare dal 1980 di uno studio legale a Varese. Appassionato di montagna, appena possibile scappa in Svizzera, in Engadina, dove ama fare passeggiate in quota e sciare. Tra i suoi hobby, la bicicletta, il tennis e soprattutto il golf. Passioni che, però, si sono affievolite per gli impegni istituzionali. Come quella per le auto sportive: da anni giura di aver venduto la sua Porsche Carrera azzurro metallizzato. Chi lo conosce sa che ama la buona tavola e il buon bere. E quando cucina la sua specialità è il risotto alla milanese. Tifosissimo di basket e calcio, le sue squadre sono la Pallacanestro Varese e il Milan. Ama i romanzi e i libri di storia e tra i suoi film preferiti ci sono «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto» di Elio Petri e «C’era una volta in America» di Sergio Leone. Ascolta l’opera lirica, ma anche i Beatles. Fontana ha anche una grande passione per i viaggi: gli ultimi risalgono a prima del Covid, in India e in Giordania. Poi è arrivata la pandemia e ha dovuto rinunciare.
IL CURRICULUM
Nel 2006 diventa sindaco di Varese, riconfermato nel 2011. Nel 2018, quando ormai pensava all’addio alla politica e semmai ad una candidatura al Senato, accetta quella per diventare presidente della Lombardia dopo la rinuncia alla ricandidatura a sorpresa di Roberto Maroni. Vince le elezioni il 4 marzo 2018 con il 49,75 per cento dei voti. Due anni dopo scoppia l’epidemia di Covid proprio dalla Lombardia. Fontana la definisce «uno tsunami».
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