Suor Paola, chi era la tifosa più amata della Lazio morta a 77 anni: la tv, lo stadio e una vita per gli altri

Originaria di Roccella Jonica, il suo nome era Rita. Diventò famosa a "Quelli che il calcio". Lotito: «La onoreremo»

Suor Paola
di Al.Ab.
4 Minuti di Lettura
martedì 1 aprile 2025, 23:25 - Ultimo aggiornamento: 2 aprile, 10:33

 Tiferà Lazio dal cielo. A 77 anni si è spenta Suor Paola, ha raggiunto Dio. Da tempo combatteva contro un maledetto tumore dalla sua stanza del convento a Via Colli della Farnesina, la situazione è precipitata ieri pomeriggio e in serata è arrivato il triste annuncio.

Lotito sapeva tutto, è commosso per la scomparsa di un'amica, sempre fedele al suo fianco: «Gliel’ho promesso. La ricorderemo presto nel miglior modo».

 

Suor Paola, la tifosa più amata

Oltre la tunica, resta molto di più del personaggio istrionico.

Rita D’Auria, per tutti “Suor Paola” per la vocazione avuta il 25 gennaio, giorno della conversione di San Paolo sulla via di Damasco. Ufficiale al merito della Repubblica, nata a Roccella Jonica (comune in provincia di Reggio Calabria) il 27 agosto 1947, entrata ventenne - contro il volere della famiglia - nel convento delle Scolastiche francescane del Cristo Re a Roma, con la sua comunità So.Spe (Onlus fondata nel 1998, sulla maglia della Lazio nel 2007/08) è diventata un’istituzione per via del suo impegno al fianco delle donne vittime di violenza, dei poveri, degli emarginati, dei detenuti, dei bambini sottratti al peggior disagio. Uno spirito di fuoco, battagliero, rivoluzionario, con una fede smisurata oltre la croce sul petto. Suor Paola ha palesato grazie a «Quelli che il calcio» il suo amore sfegatato per la Lazio, è diventata la religiosa più nota d’Italia come ospite fissa del programma di Fazio dal 1993 al 2005, esultando in diretta nel 2000 anche per lo scudetto. 


L'IMPEGNO
Indossare un abito sacro e presentarsi in tv per parlare di pallone non sempre ha messo tutti d’accordo: «Ero stata invitata a partecipare e ne ho parlato con la madre generale della congregazione, che mi ha risposto: “Se tu sai parlare di calcio e te ne intendi, vai”. Io — spiegò suor Paola — ho pensato che potesse essere una porta aperta per far crescere progetti di volontariato. Ma all’inizio è stata molto dura: il mondo ecclesiastico si è rivoltato, le altri madri generali chiamavano la mia al telefono per dirmi di smetterla subito». Alla fine invece il velo della religiosa ha tenuto compagnia agli italiani durante le domeniche di campionato per ben 12 anni e anzi «si sono aperte tante altre porte, confidando ogni giorno nella Provvidenza di Dio». Forse anche questo l'ha unita prima a Cragnotti e poi per 20 anni a Lotito, spesso contestato da gran parte del tifo. Suor Paola ha organizzato numerosi eventi di beneficenza coinvolgendo la società biancoceleste (i calciatori camerieri per i meno fortunati) e ha stretto legami forti con diversi personaggi della Lazio: da Vincenzo D’Amico a Giuseppe Signori, da Marco Parolo a Mattia Zaccagni, l'attuale capitano. Ha letteralmente adorato diversi allenatori passati da Formello: da Eriksson a Delio Rossi, che per tenere fede ad una scommessa fatta fece un tuffo nella Fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo nel 2006, dopo un derby vinto.


L'ONORIFICENZA
Dopo “Quelli che il calcio”, ospite anche i talk politici e presenza fissa anche nel programma "A sua immagine", Suor Paola non ha mai smesso di trascorrere le sue intensissime giornate fra le mamme e i bambini delle case-famiglia, i poveri della periferia, i carcerati di Regina Coeli, i padri separati ridotti all'indigenza e gli anziani del centro diurno. Anche maestra presso l’Istituto Sacro Cuore di Gesù alla Farnesina e allenatrice di calcio. Quando nel 2021 qualcuno le aveva preannunciato al telefono che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intendeva conferirle una delle massime onorificenze dello Stato, aveva risposto con l’ironia un po’ pungente che l'ha fatta amare non solo dai laziali, ma da tutto il grande pubblico: «Ma che vuol dire? Mi fate cavaliere? Quindi mi regalate un cavallo?». Scherzava, ieri purtroppo no. Un'aquila biancoceleste l'ha accompagnata in cielo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA