Diddy, «sesso in studio, minacce e maltrattamenti»: il racconto dei colleghi (mentre aumentano le cause per stupro)

Con il passare dei mesi, sono sempre di più coloro che hanno deciso di raccontare (e denunciare) i comportamenti del cantante newyorkese

Diddy, «sesso in studio, minacce e maltrattamenti»: il racconto dei colleghi (mentre aumentano le cause per stupro)
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giovedì 6 febbraio 2025, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 11:56

Minacce, violenze, ricatti e non solo. È quello che emerge dai racconti degli ex colleghi ed addetti ai lavori di Diddy, il rapper, produttore discografico e imprenditore statunitense finito negli ultimi mesi al centro di una bufera vera e propria. Con il passare dei giorni, infatti, sono sempre di più coloro che hanno deciso di raccontare (e denunciare) i comportamenti del cantante newyorkese. 

Le minacce

«Ho così tanti soldi ora che potrei ingaggiare qualcuno per ucciderti, e nessuno lo saprebbe.

Nessuno sentirebbe la tua mancanza, nessuno saprebbe niente». Era il 1997, e Sean "Diddy" Combs - all'epoca conosciuto come Puff Daddy - minacciava un collega nell'ufficio della casa discografica. A raccontare la vicenda alla BBC è Daniel Evans, ex dirigente musicale, che ha parlato per la prima volta di quanto successo durante l'ascesa dell'etichetta Bad Boy Records negli anni Novanta. Tra alcol, donne e tanti soldi, in quel periodo la carriera di Diddy raggiunse l'apice. Non però senza controversie. Attualmente in prigione in attesa del processo per accuse di traffico sessuale e racket, oltre a combattere decine di cause legali che lo accusano di droga e aggressione a feste sontuose, hotel di lusso e nello studio di registrazione della sua etichetta, Sean Combs contina a negare tutte le accuse. Il tutto, mentre crescono le testimonianze.

Il sesso in studio

Racconti di sesso negli studi di registrazione, di fondi aziendali usati per pagare prostitute, di violenze nei bagni durante le feste continuano ad aumentare, sommandosi alle già gravissime accuse al cantante. «C'è stata una condotta che è diventata più atroce nel corso del tempo e che risale agli anni '90», ha raccontato Tony Buzbee, avvocato statunitense che rappresenta decine di presunte vittime, tra cui una che afferma che Combs l'avrebbe minacciata di morte in termini simili all'incidente a cui Evans dice di aver assistito. La sua cliente sostiene infatti che Combs l'abbia violentata sul pavimento di un bagno durante una festa promozionale tenutasi per The Notorious BIG, la più grande star dell'etichetta, nel 1995. Nella sua causa afferma che in seguito Combs le ha detto di non dirlo a nessuno altrimenti sarebbe scomparsa. Fatti, questi, smentiti dal team legale di Diddy, che ha anzi accusato Buzbee di essere «più interessato all'attenzione dei media che alla verità» e ha affermato che la star dell'hip-hop «non ha mai aggredito sessualmente né trafficato nessuno».

Le nuove cause per stupro

Nel frattempo, due nuove cause legali sono state intentate contro Diddy Combs, accusato di aver partecipato allo stupro di diverse donne in un Trump Hotel. Secondo Tmz la prima causa, presentata da una ex addetta al servizio di bevande, sostiene che la donna è stata violentata alla fine degli anni '90 dopo aver partecipato a un evento organizzato da Diddy al nightclub Limelight di New York City. Dopo la festa, lei e un'amica sono andate al Trump Hotel su richiesta di Diddy e sono state successivamente tenute in ostaggio, drogate e costrette a partecipare a rapporti sessuali di gruppo. La seconda causa sembra essere stata presentata da un'amica della prima donna e sostiene che la vittima è stata aggredita sessualmente due volte, da Diddy e da una guardia di sicurezza. Il team legale di Combs ha negato le accuse a Tmz. «Come abbiamo già detto, il nostro cliente non può rispondere a ogni nuova trovata pubblicitaria, nemmeno in risposta ad affermazioni palesemente ridicole o palesemente false. Combs ha piena fiducia nei fatti e nell'integrità del processo giudiziario. In tribunale, la verità prevarrà: ossia che non ha mai aggredito sessualmente nessuno, uomo o donna, adulto o minore». 

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