Sette bimbi ricoverati: «Vaccinate i ragazzi». I No vax si scatenano contro il pediatra

Sette bimbi ricoverati: «Vaccinate i ragazzi». I No vax si scatenano contro il pediatra
di Mauro Favaro
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Giovedì 19 Agosto 2021, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 09:36

TREVISO - Dall'inizio di luglio ad oggi 7 bambini sono stati ricoverati negli ospedali trevigiani per infezione da coronavirus. Tutti tra gli 11 e i 13 anni. Le loro condizioni sono rapidamente migliorate. Da due settimane non si registrano nuovi ingressi. Ma i numeri impongono prudenza in vista dell'inizio del nuovo anno scolastico, fissato per il 13 settembre. Le proiezioni dicono che per l'8 settembre sarà vaccinato contro il Covid il 57,7% dei quasi 80mila trevigiani tra i 12 e i 19 anni. L'Usl però punta verso quota 70% per ridurre il rischio di contagi a scuola, con conseguente didattica a distanza. A conti fatti, bisogna recuperare ancora circa 10mila giovani. 


L'APPELLO

E adesso scendono in campo i pediatri per convincere le famiglie a far vaccinare i figli. Dopo l'appello del primario della Pediatria, Stefano Martelossi, arriva quello di Gianfranco Battaglini, segretario provinciale della Fimp, federazione dei pediatri di Treviso. «È opportuno vaccinare i bambini per evitare che prendano il Covid.

Non dimentichiamoci che ci sono stati anche dei decessi, pur rari spiega vaccinandoli si va a salvaguardare loro stessi, gli anziani e i bambini fragili che non possono vaccinarsi. Così si può riuscire a debellare la circolazione del virus, riducendo il rischio di insorgenza di nuove varianti». 


ATTACCHI NO VAX

Il video-appello pubblicato sulla pagina Facebook dell'Usl della Marca ha causato la reazione della galassia No-Vax. Quasi tutti i commenti social sono negativi. «Vaccinate i vostri bambini. Gli altri lasciateli stare», ha scritto una donna. È a questo punto che è intervenuto a sorpresa uno dei due figli dello stesso Battaglini. «Io, anche se grande, sono il suo. Mi ha consigliato di vaccinarmi e mi sono vaccinato. E anche mio fratello scrive Andrea stiamo benissimo. Non siamo morti o chissà che dopo il vaccino». Non ci poteva essere risposta più diretta. 


CONTAGI FRA I GIOVANI

Sugli ultimi 148 bambini e ragazzi risultati positivi nella Marca, 100 avevano tra i 7 e i 14 anni. Ad oggi ci si può vaccinare dai 12 anni. Nei prossimi mesi, però, la campagna anti-Covid potrebbe essere aperta a tutti dai 6 anni in su. «Auspichiamo entro la fine dell'anno. Sarà inevitabile, perché alla fine il virus circola soprattutto in queste classi d'età», ha aperto Martelossi. Il via libera, comunque, sarà possibile solo dopo le eventuali approvazioni di Ema e Aifa. Adesso si guarda alla ripresa della scuola. 


IL MONITORAGGIO

I pediatri sono pronti a riaprire i Covid point per il monitoraggio di alunni e studenti. Si ipotizza anche l'uso di test salivari, al momento non ancora decollati. Tra i 100 dottori dei bambini e dei ragazzi in servizio nella Marca, tra l'altro, tutti si sono vaccinati contro il Covid. Di conseguenza nessuno rischia la sospensione da parte della commissione ad hoc istituita dall'Usl. Anzi, 78 pediatri stanno garantendo il funzionamento delle postazioni pediatriche nei Vax Point dell'azienda sanitaria per 12 ore al giorno, divise in due turni da sei ore. «Stiamo vaccinando diversi bambini sottolinea il segretario provinciale della Fimp non c'è un grande ostracismo da parte delle famiglie. Spesso capita che chiedano perché vaccinare i più piccoli se nella maggior parte dei casi non sviluppano forme gravi di malattia. Dopo un confronto con gli specialisti, comunque, i problemi vengono superati». «Già con i centri estivi si è visto che anche il bambini possono prendere il virus e trasmetterlo aggiunge la variante Delta, poi, ha una contagiosità molto più elevata. Adesso se c'è un componente della famiglia positivo, generalmente si positivizza tutta la famiglia». Non mancano i casi limite. Tre minorenni trevigiani si sono rivolti all'Usl chiedendo di potersi vaccinare contro il parere dei genitori No-Vax. Come già capitato in altri casi, ci sarà un confronto tra gli specialisti e le famiglie. Se non dovesse bastare, non resterà che il giudice. 
 

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