Non può fare il vaccino per problemi cardiaci, ex calciatore prende il Covid e muore: addio a Nello Furlan

Nello Furlan
di Michele Miriade
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Giovedì 20 Gennaio 2022, 09:50

PORTOBUFFOLE' - Si terrà oggi, 20 gennaio, alle 15 in Duomo a Portobuffolè, il funerale di Nello Furlan, deceduto causa il Covid all'età di 75 anni al Ca' Foncello di Treviso. Era conosciutissimo, non solo in tutto l'opiterginomottense, ma in tutta la provincia e nel vicino Friuli per la sua attività di ex agente di commercio ed ex calciatore, spauracchio delle difese e dei portieri. Ha lasciato sgomenti dirigenti, ex compagni di lavoro e di squadra. Nello Furlan non era vaccinato, non per essere un no vax ma per necessità di salute di carattere cardiaco. Una necessità quindi che però lo aveva visto contrarre il virus. Dopo essere stato ricoverato in ospedale si era negativizzato ma poi si erano presentate delle complicazioni che lo hanno portato alla morte.

LA STORIA
Nello Furlan, lascia la moglie Stella, il figlio Desiderio e la sorella, era stato agente di commercio nel settore del mobile, molto conosciuto nell'ambiente come il quello del calcio per essere stato importante calciatore in serie C al Pordenone negli anni Sessanta quando tra l'altro era stato cercato dalla Juventus, la strada di Torino che era stata prima intrapresa dal suo quasi paesano Gianfranco Zigoni. Nello invece rinunciò alla grande occasione poiché da poco era scomparso suo padre e quindi era necessario aiutasse la famiglia con un lavoro sicuro, non certamente a provare l'avventura calcistica in bianconero.

Così continuò a giocare nel Pordenone fino al campionato 1965/66 per passare poi all'Opitergina. Dopo due stagioni in biancorosso passò al Portobuffolè (oggi Portomansuè) dove indossò la maglia per una quindicina di campionati, unitamente alla fascia di capitano, contribuendo non poco a fare la storia della società nei massimi campionati dilettanti pur essendo il paese più piccolo tra tutte le contendenti.

IL FIUTO
Attaccante con il fiuto del gol, in carriera ha messo a segno quasi 200 reti grazie alle sue straordinarie doti, come lo ricordano al Portomansuè (e la società oggi deporrà sulla sua bara la maglia con il numero 11 del Portobuffolè, società prima della fusione) non solo come grande giocatore, ma anche per l'attaccamento alla maglia, la passione, l'impegno profuso ed essere stato di esempio. Era stato uno dei più forti attaccanti del mondo dei dilettanti, temuto e stimato dagli avversari per le sue qualità e per il suo comportamento come ricorda Valter De Martin delegato allo sport di Portobuffolè e tutti i vecchi dirigenti iniziando da Roberto Lucchese e Lucio Bertagna De Marchi. Questo oltre ad essere stato una figura di primo piano nel mondo del lavoro e in tutta la comunità. 

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