Posti di blocco alle frontiere per fermare Edison Pula, il "rapinatore delle ville" fuggito dal carcere. Dalla questura: «Lo prenderemo»

Edison Pula, 27enne scappato dal carcere di Treviso già noto per le rapine in villa
di Valeria Lipparini
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Venerdì 10 Giugno 2022, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 16:26

TREVISO - Un uomo in fuga, già conosciuto per le rapine in villa nel trevigiano. Solo. Braccato. Ma anche un uomo abituato a sfuggire alla cattura. Che ha già sperimentato a lungo la latitanza, in quanto era stato colpito da un ordine di cattura europeo per una serie di reati commessi in Albania che gli sono costati una condanna a 16 anni di carcere. Si nascondeva in un casolare nelle campagne di Carbonera ed è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Treviso, lo scorso febbraio, all'Emisfero di Silea. Ma il carcere di Treviso gli stava stretto. Edison Pula, 27enne albanese, ha congegnato un piano semplice per evadere e l'ha portato a termine con una buona dose di spregiudicatezza e audacia. Adesso, ha dietro di lui tutte le forze di polizia.

Blocchi alle frontiere per prendere il fuggitivo Edison Pula

Lo conferma il questore, Vito Montaruli: «C'è la massima collaborazione per la ricerca dell'evaso. Fin dall'alba è stato avviato un coordiniamo tra la Squadra Mobile e l'ufficio investigativo della Polizia con la direzione del carcere e la polizia penitenziaria». Controlli minuziosi, senza lasciare nulla di intentato. È stata messa in pista anche la polizia di frontiera. Il sospetto è che cerchi di espatriare e i controlli maggiori sono stati concentrati proprio sul quel versante di confine. «Noi dobbiamo, però, presumere che si trovi ancora sul territorio nazionale - conferma il questore - tutte le Questure del Nordest e anche oltre sono state allertate.

La foto segnaletica e la descrizione dell'albanese sono state diramate a tutti i presidi di polizia e a tutte le questure».

Le ricerche partiranno dal passato del fuggitivo

Le indagini cercheranno di fare tesoro dell'esperienza passata. Di come sono già riusciti a scovare quell'uomo che aveva trovato rifugio nel covo di una banda specializzata nei furti in casa. Sospettato altresì di aver preso parte alla rapina nella villa del petroliere Giancarlo Miotto, a Marocco di Mogliano. Accusato in patria di tentato omicidio, rapina, detenzione di materiale esplosivo e di altri reati connessi al traffico di stupefacenti. Pula era abile a depistare le forze dell'ordine, poteva godere su appoggi e su una rete di contatti che gli garantivano di cambiare spesso città, casa, auto e abitudini. Ma anche qui da noi aveva la sua lunga lista di misfatti. Tanto è vero che lunedì prossimo avrebbe dovuto comparire in tribunale a Bolzano in un processo che lo vede accusato di una cinquantina di furti. È, inoltre, indagato a Belluno e Treviso per una miriade di altri furti in abitazione. «Abbiamo messo in campo le nostre forze migliori per catturare l'evaso - sottolinea il questore - e abbiamo ovviamente diramato la foto segnaletica anche alla polizia ferroviaria e alla stradale. Si tratta della sicurezza di una struttura di pertinenza dell'amministrazione penitenziaria e la competenza è, appunto, in capo all'amministrazione penitenziaria».

Il mistero del seghetto usato per tranciare le sbarre

Sgombrato il campo, il questore fa un rapido ripasso. E afferma: «Sono qui da tre anni e non è mai successo nulla. Certo, storicamente di evasioni ne possono succedere. Sono episodi che non mancano nonostante tutte le misure di sicurezza. Perchè ogni misura di sicurezza ha dei limiti». Ma c'è una certezza. «Bisogna impegnarsi per porre rimedio nel caso in cui si verifichi un'evasione. Ed è quanto stiamo cercando di fare. Daremo il massimo, perchè c'è il massimo impegno da parte di tutte le forze dell'ordine». Nel frattempo sono state avviate le indagini per capire quali sono state le falle nel sistema di sicurezza. Prima tra tutte il seghetto entrato in cella e usato dai tre evasi (due subito ripresi) per segare le sbarre. Com'è arrivato fino a lì? Una risposta potrebbe arrivare dai due complici di Pula che hanno tentato la fuga con lui. Saranno sentiti nella giornata odierna. Come si tenterà di capire su quali appoggi possa contare il 27enne albanese che ha bisogno di un rifugio, di auto e di contatti per sopravvivere fuori dal carcere e sfuggire alla cattura.

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