VENEZIA - La trasmissione Report ha messo in fila, tutte in una puntata, le critiche alla gestione della seconda ondata in Veneto che per mesi hanno puntellato la cronache locali. Sull'attendibilità dei test antigenici e sul calcolo dei positivi asintomatici, ieri il governatore Luca Zaia ha lasciato parlare due donne di scienza, quali rispettivamente Antonia Ricci (direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie) e Francesca Russo (responsabile della direzione regionale Prevenzione). Entrambe hanno smontato le accuse formulate.
I TAMPONI
Per quanto riguarda i tamponi rapidi, Ricci ha precisato di aver letto lo studio di cui è autore anche Andrea Crisanti, con l'esperienza che la vede al vertice di un laboratorio che finora ha effettuato 2.000 dei 20.000 sequenziamenti del virus registrati in tutta Italia. «Questo lavoro ha premesso la dg ha confrontato i risultati dei test antigenici e di quelli molecolari su 1.441 pazienti.
GLI ASINTOMATICI
Quanto invece ai positivi asintomatici, il programma ha rilanciato il dubbio che la Regione li abbia impropriamente moltiplicati nelle attività di tracciamento dei contatti segnalate al ministero della Salute e all'Istituto superiore di sanità, indicandoli in automatico nel caso in cui non fosse possibile rintracciare i soggetti. Ha spiegato Russo: «Riavvolgiamo il nastro a quando la frequenza quotidiana era superiore a 3.000 casi, un giorno anche 5.200. È chiaro che un aumento così esponenziale ha comportato un super lavoro per il contact tracing. La soglia fissata dal monitoraggio era pari al 60% del totale degli infetti, ma ad un certo punto ci siamo resi conto che il valore effettivo stava scendendo. Allora abbiamo fatto un incontro con le Ulss, dividendo gli individui non presi in carico e dando ad ognuna indicazioni molto pressanti, per cui le persone dovevano essere contattate in modo da poter precisare se erano sintomatiche o asintomatiche». Nel frattempo per decreto è stata istituita una commissione di supporto e verifica. «Fatti i controlli e redatti i verbali ha specificato Russo sono stati introdotti dei correttivi: abbiamo monitorato le indagini che era possibile svolgere per unità di personale e di tempo, in modo da istituire un cruscotto, cioè un sistema informatizzato che verifica l'andamento giornaliero. Il risultato? Nelle settimane di massima incidenza, il numero di sintomatici superava gli asintomatici. In questo modo siamo riusciti a contattare l'80% e anche il 90% del totale. Non è vero che gli asintomatici indicati in automatico abbiano determinato la zona gialla. Intanto le posizioni non contattate, non venivano trasmesse a Roma. Inoltre l'algoritmo del monitoraggio si basa anche su altri parametri, come l'incidenza, i casi autoctoni e stranieri, gli indicatori di resilienza e così via».